Stellantis gela Bruxelles: "Piano UE inadatto, a rischio auto accessibili e lavoro"

Stellantis commenta le nuove proposte UE: bene la neutralità tecnologica, ma mancano risposte urgenti per i veicoli commerciali e la flessibilità sugli obiettivi 2030.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Il dialogo tra i colossi dell’industria automobilistica e le istituzioni di Bruxelles ha raggiunto un nuovo, cruciale punto di svolta.

In seguito all'ultimo annuncio della Commissione Europea riguardante il pacchetto di misure per il settore auto, Stellantis ha rilasciato una nota ufficiale che, pur mantenendo toni diplomatici, evidenzia crepe significative nell'attuale strategia continentale. Il Gruppo guidato da Antonio Filosa prende atto delle nuove proposte, ma lancia un avvertimento chiaro: il quadro normativo attuale non è ancora "adatto allo scopo". Una dichiarazione che pesa come un macigno, specialmente considerando i milioni di posti di lavoro in gioco e la necessità di garantire una mobilità che sia, prima di tutto, accessibile a tutti i cittadini europei.

Un quadro normativo disallineato con la realtà industriale

La posizione di Stellantis parte da una premessa fondamentale: la transizione energetica è un obiettivo condiviso, ma il percorso per raggiungerlo deve essere sostenibile. Il gruppo riconosce che Bruxelles ha finalmente ammesso, seppur implicitamente, che le regole attuali necessitano di una revisione. Tuttavia, il gigante dell'auto sottolinea come le proposte sul tavolo non affrontino "in modo significativo" le criticità immediate che stanno mettendo a dura prova il settore.

Non si tratta solo di obiettivi a lungo termine, ma di sopravvivenza a breve raggio. L'industria automotive europea sta affrontando una "tempesta perfetta": costi dell'energia volatili, rallentamento della domanda di veicoli elettrici (BEV) e una concorrenza asiatica sempre più aggressiva. In questo contesto, Stellantis evidenzia come manchi una traiettoria praticabile per gestire l'immediato futuro, lasciando i costruttori in una posizione di estrema vulnerabilità.

L'allarme rosso sui Veicoli Commerciali Leggeri

Uno dei punti più critici sollevati nella nota riguarda il segmento dei veicoli commerciali leggeri (LCV). Spesso trascurato nel dibattito pubblico focalizzato sulle automobili passeggeri, questo settore rappresenta la spina dorsale della logistica e delle piccole e medie imprese europee. Stellantis definisce la situazione di questo segmento come "critica".

Il pacchetto della Commissione non sembra fornire risposte adeguate per i furgoni e i mezzi da lavoro, per i quali l'elettrificazione presenta sfide tecniche ed economiche diverse rispetto alle auto private. L'autonomia ridotta a pieno carico, i tempi di ricarica che impattano sulla produttività lavorativa e il costo d'acquisto elevato rendono la transizione dei LCV molto più complessa. Senza incentivi specifici o una revisione delle tempistiche, il rischio è di paralizzare il rinnovo delle flotte aziendali, con danni economici a catena su tutto il sistema produttivo europeo.

Flessibilità 2030 e Neutralità Tecnologica: il nodo del 2035

Un altro tema caldo è la richiesta di maggiore flessibilità per gli obiettivi fissati al 2030. Stellantis lamenta che il pacchetto non offra gli strumenti necessari per navigare le scadenze intermedie, che rischiano di tradursi in pesanti sanzioni per i costruttori se il mercato non risponderà con i volumi di vendita previsti.

Tuttavia, si apre uno spiraglio importante sul fronte del 2035. L'introduzione del principio di neutralità tecnologica nella revisione dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 è accolta come un "passo importante". Questo passaggio segna, potenzialmente, la fine del dogma del "solo elettrico", aprendo la porta a soluzioni alternative (come gli e-fuel o l'idrogeno, o tecnologie ibride avanzate) che potrebbero convivere con le auto a batteria.

Nonostante questa apertura, Stellantis avverte: la neutralità tecnologica, così come è attualmente proposta, potrebbe non bastare. Il rischio reale è che, pur avendo più tecnologie a disposizione, non si riesca comunque a sostenere la "produzione di veicoli accessibili per la stragrande maggioranza dei clienti". Se la tecnologia è neutrale ma i costi restano elitari, la mobilità diventerà un privilegio per pochi, tradendo la promessa sociale dell'Europa.

Le opportunità: City Car accessibili e Flotte Green

Non mancano le note positive. Stellantis accoglie con favore l'idea di creare una nuova categoria normativa per "auto piccole e accessibili". Questa mossa potrebbe facilitare la produzione di city car elettriche economiche, essenziali per competere con l'offensiva dei produttori cinesi e per garantire il diritto alla mobilità nelle aree urbane. I benefici associati a questa categoria potrebbero includere incentivi fiscali o semplificazioni omologative, vitali per abbattere il prezzo di listino.

Allo stesso modo, il gruppo guarda con interesse all'iniziativa "green corporate fleet". Spingere le aziende a rinnovare i propri parchi auto con veicoli a basse emissioni è una leva potente per stimolare la domanda. Le flotte aziendali, infatti, alimentano il mercato dell'usato recente, permettendo alle tecnologie green di diffondersi più rapidamente anche tra i privati nel giro di pochi anni. Anche il sostegno promesso alla catena del valore delle batterie europee è visto come un segnale positivo, necessario per garantire l'indipendenza strategica del continente.

La questione del "Made in Europe" e il Local Content

Stellantis ribadisce le sue radici. Come gruppo con una storia industriale profondamente legata all'Europa, sostiene con forza il principio del "contenuto locale". Tuttavia, la critica qui si fa tecnica: finché non ci sarà una definizione chiara e inequivocabile di cosa si intenda per "prodotto locale" (le cosiddette regole di origine), il pacchetto rimarrà incompleto.

Proteggere l'industria europea significa premiare chi produce valore, componentistica e occupazione all'interno dei confini dell'Unione. Senza regole certe, si rischia di incentivare l'assemblaggio di kit prodotti altrove, vanificando gli sforzi di chi, come Stellantis, mantiene fabbriche e centri di ricerca nel Vecchio Continente.

La nota si conclude con un impegno alla collaborazione: Stellantis lavorerà "in modo costruttivo" con tutti gli stakeholder. L'obiettivo temporale è fissato: adottare la legislazione richiesta il prima possibile nel 2026. Non c'è più tempo per l'incertezza; l'industria ha bisogno di regole chiare per pianificare gli investimenti colossali necessari a traghettare l'auto europea nel futuro.

 

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