Centrodestra, vertice Meloni-Salvini-Berlusconi. Ipotesi Crosetto premier

Così il Centrodestra prova a ripartire dopo la Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia

Di Alberto Maggi
Guido Crosetto
Politica
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Centrodestra, i nodi da sciogliere, i punti di contatto e quelli di divisione


La notizia c'è. E, per usare le parole di un deputato di Fratelli d'Italia, "è già un grande passo in avanti". Entro domenica ci sarà l'incontro tanto atteso (e tanto rimandato) tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Non si sa ancora se in presenza o videocall, ma certamente ci sarà anche l'ex Cavaliere, magari in videocollegamento con Antonio Tajani in presenza insieme a Salvini e Meloni.

Il day after della Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia a Milano ha lasciato qualche strascico di polemica per la mancata presenza del leader della Lega, che ha incolpato il "no di un dirigente di FdI (Ignazio La Russa)", che però, spiegano dall'entourage di Meloni, si era espresso prima dell'annuncio di Salvini, accolto favorevolmente venerdì scorso da Meloni, di passare per un saluto. Beghe e polemiche a parte, il Centrodestra cerca, faticosamente, di ripartire. Dopo più di un anno di divisione tra governo Draghi e opposizione e soprattutto dopo la lite sulla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale.

In tutti i partiti della coalizione c'è la volontà di non fare regali alla sinistra e di puntare sui punti che uniscono tralasciando quelli che dividono. Almeno questo, sulla carta, sarà lo spirito del faccia a faccia. Primi nodi da sciogliere le candidature per le Amministrative, con i casi Palermo (e Sicilia in autunno) e Verona su tutti. Ma è evidente che l'obiettivo sono le elezioni politiche. Tanto nella Lega quando in Fratelli d'Italia assicurano di essere contrari alla riforma del sistema elettorale in senso proporzionale, rilanciata anche oggi dal Movimento 5 Stelle, che, visti i sondaggi, garantirebbe a Fratelli d'Italia più seggi in Parlamento dell'attuale Rosatellum.

"Ma vogliamo vincere per governare, non avere più poltrone alla Camera e al Senato", spiegano da FdI. Resta da vedere se Berlusconi manterrà l'impegno preso prima della partita al Quirinale di non fare asse con Pd e M5S sul proporzionale. I punti di condivisione sono certamente il no all'aumento delle tasse, sulla casa prima di tutto, la pace fiscale, il ritorno verso l'energia nucleare (di nuova generazione) e la lotta all'immigrazione clandestina. Oltre al superamento delle restrizioni che ancora permangono sul fronte della lotta al Covid.

E' evidente che la tensione non si supera con un faccia a faccia, reale o virtuale, anche perché ogni qual volta Fratelli d'Italia attacca Lamorgese o Speranza, su immigrazione e Covid, dalla Lega viene vista come una mossa per mettere in difficoltà Salvini che, come ha spiegato anche oggi, ha anteposto il bene del Paese al bene del partito. Il punto chiave per Meloni è la chiarezza, come ha detto anche ieri a Milano.



"Si vince o si perde insieme", nessun accordo sottobanco o in prospettiva o dopo il voto con Pd, renziani, o 5 Stelle. Su questo dovrebbe essere un impegno scritto da parte di Salvini e Berlusconi a considerare la collaborazione al governo con il Centrosinistra una parentesi eccezionale che si chiuderà, definitivamente, con le prossime elezioni politiche. L'altro tema delicato è quello della collocazione europea. Meloni è anche leader dei Conservatori europei e ha sempre respinto al mittente l'idea di Salvini di dar vita a un nuovo gruppo a Strasburgo che superi l'attuale divisione.

Forza Italia è nel Partito Popolare Europeo, e certamente non vuole andarsene, e quindi quello della collocazione al Parlamento Ue è un argomento di non facile soluzione. Alla Lega sta un po' stretta l'alleanza non tanto con Marine Le Pen quanto con la destra-destra tedesca dell'Afd, che in Germania non si allea con i conservatori ex Angela Merkel. Resta quindi, quello europeo, un nodo che andrà sciolto in qualche modo. C'è poi il punto forse principale, che oggi tutti rimandano, ovvero quello della leadership e soprattutto della premiership in caso di vittoria elettorale.

Stando alle regole storiche e ai sondaggi attuali, non ci sono dubbi che a Palazzo Chigi dovrebbe andare Meloni. Nessun veto, ma nessun via libera finora, da parte di Salvini e Berlusconi (e comunque va detto che la presidente di FdI ha posticipato il nodo senza rivendicare per se stessa il ruolo di presidente del Consiglio). Sullo sfondo resta l'ipotesi della federazione Lega-Forza Italia (sperando di superare nelle urne FdI) o, in alternativa, un gruppo unico nel prossimo Parlamento in modo da avere un numero maggiore di parlamentari rispetto a FdI.

Ma proprio perché si rischiano nuovamente tensioni e liti, il Centrodestra si concentrerà su programma, in particolare economico ma senza dimenticare il tema chiave della Giustizia (vedremo poi come andranno i referendum del 12 giugno), e alleanze alle elezioni amministrative per rilanciare la coalizione. Quanto alla premiership in caso di successo alle Politiche si vedrà successivamente. Con qualcuno che non esclude addirittura di trovare un esterno, un nome tecnico di area (magari Guido Crosetto, co-fondatore di FdI, ex berlusconiano e con ottimi legami anche nella Lega, specie con Giancarlo Giorgetti. Ovviamente con Meloni, Esteri, e Salvini, Interno, vicepremier) per risolvere il nodo del presidente del Consiglio.

 

 

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