Dl Cutro, Ferro (Interno): "Obiettivo è contenere gli sbarchi"
Dl Cutro, intervista alla sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro
"Non accettiamo lezioni dalla Francia"
"L’obiettivo del decreto è quello di contenere il flusso di migranti irregolari attraverso una serie di misure che puntano a contrastare gli ingressi illegali e il traffico di esseri umani". Inizia così l'intervista di Affaritaliani.it alla sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro (Fratelli d'Italia) che parla a tutto campo di immigrazione dopo il via libera definitivo al Dl Cutro.
L'approvazione del Decreto Cutro farà diminuire il numero di sbarchi di immigrati irregolari?
"L’obiettivo del decreto è quello di contenere il flusso di migranti irregolari attraverso una serie di misure che puntano a contrastare gli ingressi illegali e il traffico di esseri umani. Dall’inizio dell’anno sono oltre 42mila i migranti sbarcati sulle nostre coste, la situazione si è ulteriormente aggravata con la crisi finanziaria della Tunisia su cui da mesi il presidente Meloni aveva sollevato il problema. Con il decreto si perseguono in maniera determinata i trafficanti e si restringe quel regime di protezione speciale che di fatto ha rappresentato una sanatoria per migliaia di clandestini ai quali non è stata data la prospettiva di una reale e dignitosa integrazione. Poi si cerca di dare maggiore efficienza al sistema dell’accoglienza, ad esempio con le misure introdotte per il rafforzamento del sistema di accoglienza per i minori. In questa direzione è andata anche la dichiarazione dello stato di emergenza, con l’obiettivo principale di decongestionare la Sicilia e la Calabria, regioni in cui la situazione degli hotspot è al limite. Il governo ha affermato il principio che in Italia si entra legalmente, con una gestione controllata dei flussi migratori per chi ha la possibilità di un lavoro e con corridoi umanitari sicuri per chi ha diritto alla protezione internazionale. Solo così è possibile garantire un’accoglienza dignitosa e una vera integrazione, la solidarietà non può fermarsi al momento dello sbarco".
Potrebbero esserci nuovi interventi dopo il Decretro Cutro?
"La pressione migratoria non può essere risolta soltanto a livello nazionale, ma comprendendo innanzitutto che le coste italiane rappresentano il confine meridionale dell’Europa. Poi intervenendo a monte, ovvero sulle ragioni che spingono decine di migliaia di persone ad attraversare il mare nella speranza di una vita migliore. Il governo ha ben chiara la necessità di cooperare con i paesi di origine per limitare le partenze e garantire quel diritto di cui nessuno pare voler tener conto, che è il diritto a non emigrare e ad avere un futuro nella propria terra, come ha rimarcato anche Papa Francesco".
Che cosa risponde alle accuse della Francia al governo e al popolo italiano sulla gestione dell'immigrazione?
"Non darei molto peso alle dichiarazioni del ministro Darmanin, che sono state subito sconfessate da una imbarazzata nota del ministero degli Esteri francese, che ha espresso la volontà di collaborare con l’Italia per affrontare la sfida comune dell’aumento dei flussi migratori. Capisco che il ministro francese abbia necessità di distrarre l’opinione pubblica dalle problematiche interne, ma non possiamo accettare che lo faccia attaccando il governo italiano sul tema dei migranti. Non possiamo accettare lezioni da chi ha contribuito all’instabilità del nord-Africa, da chi è andato in tilt per l’arrivo a Tolone di una nave ong con a bordo soltanto 230 migranti, lasciandosi per giunta sfuggire tre terroristi, da chi fa usare le maniere forti alla gendarmeria per respingere i migranti alla frontiera a Ventimiglia e a Mentone. L’Italia non ha nulla da imparare, sia riguardo all’umanità sia sulla capacità di affrontare l’emergenza migratoria".
Nonostante le parole di Ursula von der Leyen, dall'Europa sono arrivate solo promesse e nessun fatto. L'Italia è stata di nuovo abbandonata?
"Non credo affatto che l’Italia sia stata abbandonata, quello dell’immigrazione è un tema complesso e che riguarda più fronti. In Europa c’è stato sicuramente un cambio di paradigma, grazie soprattutto al lavoro del presidente Meloni, e si è presa consapevolezza che l’immigrazione è ora un problema europeo e come tale va affrontato. Bruxelles ha confermato che la difesa dei confini esterni è una priorità e ha riconosciuto la specificità di quelli marittimi, perché se non si interviene sui movimenti primari è impossibile anche controllare quelli secondari".
Perché nessuno dice nulla a Malta che si rifiuta quasi quotidianamente di intervenire quando ci sono barconi in difficoltà?
"Questo dovrebbe fare riflettere sull’enorme sforzo compiuto dall’Italia con le sue unità militari per salvare vite in mare, e su quanto siano state vergognosi e strumentali gli attacchi ricevuti dopo la tragedia di Cutro. Il comportamento dell’Italia è esemplare, ma questo non significa che debba essere lasciata da sola a farsi carico di un problema epocale".
Non crede che l'elettorato di Centrodestra si aspetti meno sbarchi come promesso in campagna elettorale?
"L’obiettivo del governo Meloni non lavora con l’obiettivo del consenso a breve termine, ma per imprimere un reale cambiamento, e i nostri elettori sanno bene che ciò non può avvenire con un tocco di bacchetta magica. L’Italia ha bisogno di immigrazione legale, in agricoltura, nel turismo, nel manifatturiero, ma anni di politiche di immigrazione indiscriminata della sinistra hanno mandato in tilt il sistema, e la nostra capacità di accoglienza è stata assorbita dall’arrivo di migliaia di irregolari, trasformati spesso in dei fantasmi, costretti a sopravvivere in una condizione di disperazione, di sfruttamento, finiti nella rete del caporalato o diventati manovalanza della criminalità, con gravi conseguenze anche sulla sicurezza dei territori. Stiamo finalmente mettendo ordine nel sistema, chiarendo che chi non ha diritto a restare nel nostro paese deve essere rimpatriato, e poi c’è lo straordinario lavoro del presidente Meloni per rafforzare la cooperazione per lo sviluppo dei paesi dell’Africa, per intervenire sui motivi che spingono tanta gente a migrare e per dare allo stesso tempo opportunità di sviluppo all’Italia nel Mediterraneo".