Governo Draghi, l'agenda la fa Gentiloni. Tensione su balneari e concorrenza

Il premier tira dritto: niente compromessi su liberalizzazioni e balneari. Il diktat arriva direttamente dall'Ue che chiede anche la riforma del fisco

Politica
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Governo, tensioni sulla concorrenza ma Draghi va avanti per la sua strada

Resta alta la tensione nella maggioranza sul ddl concorrenza e, in particolare, sulle concessioni balneari, che il governo intende rimettere a gara dopo la scadenza del 2023, come del resto ha sancito il Consiglio di Stato nella sentenza del novembre scorso in cui ha dichiarato illegittima l'estensione delle attuali concessioni al 2033. Sulle distanze che ancora dividono le forze di maggioranza, però, incombe l'aut aut lanciato dal premier Mario Draghi, che ha fissato la dead line a fine maggio, data entro cui il provvedimento dovrà essere approvato. E il tempo per trovare un'intesa sul nodo spiagge è strettissimo: martedi' pomeriggio, infatti, si riunirà la conferenza dei capigruppo del Senato, dove la presidente Casellati - dopo il 'sollecito' dello stesso Draghi nella lettera inviatale - chiederà ai tutti i gruppi di calendarizzare la legge delega per l'Aula. E sempre martedì si riunirà la commissione Industria, con l'obiettivo di iniziare a votare gli emendamenti.

Sul punto il premier è stato chiaro con i ministri: senza intesa si va avanti ugualmente con il voto di fiducia. Il che vorrebbe dire vanificare tutti gli altri nodi su cui, nel frattempo, la maggioranza aveva raggiunto una mediazione (ad esempio sui servizi pubblici locali). Ma alla vigilia del banco di prova di martedì, si registrano i primi tiepidi spiragli di un possibile sbocco positivo di una questione che ha impantanato nelle sabbie mobili il ddl concorrenza ormai da mesi.

Dietro Draghi il diktat Ue: "Riformate subito fisco e concorrenza"

Anche perché, come spiega Repubblica, l'ordine arriva direttamente dall'Unione europea. Anzi, l'agenda che l'Ue chiede all'Italia va ben oltre. "Nelle raccomandazioni che la Commissione presenterà domani la piena attuazione del Pnrr viene definita “essenziale”. Poi ancora pressing su taglio dell’Irpef, delle tasse sul lavoro e sulla revisione del catasto", si legge su Repubblica.

L'avvertimento arriva dallo stesso Paolo Gentiloni, commissario europeo all'Economia, che in un'intervista a La Stampa dice: "Senza l’attuazione del Recovery Plan l’Italia rischia la recessione". E aggiunge: "Draghi ha messo l’attuazione del piano al centro del suo impegno, con chiarezza e determinazione. È necessario che l’intera classe dirigente prendaattodelcontesto,evedo una certa fatica al riguardo. Lo capisco: negli ultimi due anni abbiamo tenuto in vita l’economia con un sostegno universale. Oggi però non si può più. Tutti stanno uscendo da questa logica, e i Paesi ad alto debito sono ancordi più richiamati a farlo".

Draghi va dritto per la sua strada, ma le indicazioni arrivano dda Bruxelles (e Gentiloni).

 

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