Pensioni, "peggiorata la Legge Fornero". L'affondo del 'maroniano' Brambilla

Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Welfare

di Redazione
Alberto Brambilla
Politica

"Decontribuzioni costano 16 miliardi, servono più lavoratori"

"I tagli alle pensioni? I problemi di sostenibilità della spesa pensionistica sono altrove. Il governo sta ponendo le premesse per un nuovo buco nei conti dell'Inps per 16 miliardi". Così alla Stampa Alberto Brambilla, l'ex sottosegretario al Welfare di Roberto Maroni. Brambilla fa riferimento alla conferma della decontribuzione per i redditi più bassi, ma non solo: "Nel 2024 avranno un forte sconto contributivo i redditi fino a 35mila euro, poi ci sono gli sgravi per le assunzioni al Sud, le donne, le madri. Nel 2024 l'Inps avrà 16 miliardi di entrate in meno su circa 190, nell'ipotesi più prudente. Così si va verso il disastro".

Inoltre, aggiunge, "è rimasta quota 103, si allungano le finestre di pensionamento e si impongono i ricalcoli contributivi. Di fatto l'età media minima di uscita salirà a 63 anni, con assegni più bassi. Non cambierà le sorti del sistema, ma è una stretta. La maggioranza voleva distruggere la legge Fornero, invece l'ha resa più dura. Mi chiedo come farà Salvini a spiegarlo ai suoi elettori". Il ricalcolo dei contributi agli statali "è giusto perché elimina un privilegio, ma ha effetti retroattivi, per cui a mio avviso è incostituzionale. Se il governo non cambia ci saranno valanghe di ricorsi". Per rendere il sistema previdenziale più sostenibile "ci vogliono più lavoratori che pagano i contributi, non meno. Servono più o meno 4 milioni in più di persone al lavoro".

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