Riforma Giustizia Cartabia, Socci (Cassazione): "Non si può processare a vita"

Riforma giustizia Cartabia, Socci: "Un’occasione anche per noi magistrati, risponde ai tempi della Corte Europea dei diritti dell'uomo"

di Antonio Amorosi
Politica
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Il CSM critica la riforma Cartabia sulla giustizia. Ne abbiamo parlato con il giudice Angelo Maria Socci della terza sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, 42 anni di esperienza nel mondo del diritto

Giudice, cosa pensa della riforma Cartabia?

Ragioniamo. È la prima volta che si parla di denaro al settore giustizia. Fino ad ora le riforme sono state sempre a costo zero ma a costo zero non si migliora la macchina giudiziaria. Si parla di iniezione di uomini e mezzi quindi...

Bisognerà vedere come le faranno le iniezioni e...

L'intenzione è lodevole. I soldi ci sono. Bisognerà spenderli bene perché è uno degli obiettivi che l'Unione Europea ci chiede di realizzare per darci le risorse. E’ un'occasione che anche i magistrati devono capire. Bisogna naturalmente porre attenzione all'efficienza del processo, alla punizione dei colpevoli, questo sì, ma non rifiutare a priori una riforma

C'è un primo elemento della riforma che dice non possono costituirsi gruppi tra i componenti del CSM eletto…

Il CSM dopo il caso Palamara va riformato. Adesso su come vada riformato è da vedere, ma è sicuro che vada riformato. Bisogna anche dire che non può essere questa una riforma divisiva. Bisogna trovare comunque un'unità di intenti (continua a leggere nella pagina successiva)


 

Lei quindi vede la proposta Cartabia come un buon punto di partenza, giusto?

Certo, perché la Cartabia esprime gli equilibri di un governo formato da forze politiche eterogenee e metterle d'accordo non è facile ma sulla giustizia bisogna trovare un'unità. Si discute molto sui tempi della prescrizione soprattutto sulla improcedibilità nel processo d'Appello e in Cassazione. Sulla Cassazione un anno ci può stare. Per la questione dell'Appello ci sono delle Corti d'Appello che in due anni non ce la fanno, per problemi di organizzazione, arretrati, problemi di criminalità. Possiamo prorogare gli anni in attesa che tutto vada a regime mah...

Mah?

Il problema è questo: con la riforma Bonafede dopo la sentenza di primo grado è tutto imprescrittibile

I processi sono a vita...

Esatto e non è accettabile. C'è da dire questo: quando c'è una scadenza tutti ci si organizza per rispettarla… quella scadenza. Se non c'è scadenza si prende sempre un po' di tempo e questo vale per tutte le cose della vita

...si prende tempo e dura tutta la vita. Ma c'è di mezzo l’esistenza delle persone che non possono stare sotto processo tutta la vita o no?

Giusto. La riforma Cartabia risponde ai parametri del giusto processo e ai tempi che ci dà la Corte europea dei diritti dell'uomo e alla legge Pinto. Il processo dopo quei termini diventa già illecito ai sensi della legge Pinto, altrimenti la durata sarebbe irragionevole. Possiamo discuterne e allungare i termini ma ritornare alla riforma Bonafede con l'imprescrittibilità a vita... no! L'imprescrittibilità esiste in altri ordinamenti, ad esempio in Germania però in Germania il processo dura poco e quindi ha un senso. Bisogna capire che questa riforma va a compensare la riforma Bonafede, dove resta l'imprescrittibilità dopo il primo grado di giudizio

Non aveva più senso ragionare sulla durata della prescrizione in relazione alla gravità della pena?

Questa era la vecchia prescrizione, prima della riforma Bonafede che ha escluso qualsiasi prescrizione dopo la sentenza di primo grado. O si torna a prima, dove la sentenza di primo grado è uguale a tutte le altre e quindi i termini di prescrizione sono in relazione alla gravità del reato, oppure se vogliamo mantenere parte della riforma Bonafede un certo limite alla durata degli Appelli e dei ricorsi in Cassazione dobbiamo pure metterli

Come ne usciamo?

Dobbiamo spostare il nostro angolo visuale dalla punizione del reo, dove dietro c'è sempre un certo giustizialismo, alla tutela delle persone innocenti perché i processi possono essere fatti anche agli innocenti. L'innocente deve sapere quanto tempo deve stare sotto processo. Anche perché stare sotto processo penale, con la sentenza di primo grado, e vedere non arrivare mai gli altri gradi di giudizio, l'Appello e la Cassazione, per il cittadino è una sofferenza enorme, è deleterio. Stabiliamo un termine ragionevole. Possiamo stabilire che fino a quando la macchina giudiziaria non va a regime ha dei tempi più dilatati per poi riportarla a due anni per l’Appello e uno per la Cassazione

Si può aprire una discussione senza forzare le posizioni delle parti in causa?

Sì, secondo me si può aprire una discussione sul termine anche perché è una riforma con dentro aspetti molto buoni, come un ampliamento dei giudizi speciali, il patteggiamento e l'abbreviato che possono funzionare se le parti sanno che il processo dura poco ed è veloce. Poi tutto è discutibile.

La prescrizione fa parte della nostra cultura e tradizione giuridica. E’ la cultura di un popolo. Noi la prescrizione ce l'abbiamo sempre avuta, l’abbiamo più o meno allungata in relazione alle esigenze politiche, all'impatto emotivo del momento però ce sempre stata. Così come abbiamo come imprescrittibili i reati quali l'omicidio. Quando sono così gravi sono imprescrittibili. Io dico “ragioniamo” perché la riforma Cartabia è un buon punto di partenza.