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Politica
Giustizia, Recovery e l'ipotesi-Quirinale: ora Marta Cartabia si gioca tutto
Marta Cartabia
Lapresse

“Mettere la fiducia sulla riforma della Giustizia? A questo punto tutto è possibile, per raggiungere il risultato”. Le parole di Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia, inquadrano bene il difficoltoso iter della controversa inversione a U che il Governo, incalzato dall’Europa, vuole imprimere a un tema che ciclicamente ripropone il dibattito del conflitto tra poteri dello Stato.

“La riforma Cartabia ha riportato la Costituzione al centro del processo, ora il protagonista è il cittadino e non più le procure: questa è la verità”, ha proseguito Sisto intervenendo a “24 Mattino” su Radio 24. “Da un punto di vista di metodo, la Costituzione è tornata prepotentemente al centro e le procure risentono di questo tipo di impostazione. I procuratori temono un cambiamento di baricentro, è evidente che tutti i timori, tutte le patologie sono possibili in qualsiasi norma". 

La riforma della Giustizia è un tema sul quale molti governi sono andati a sbattere e non solo quando i rispettivi referenti politici avevano dei problemi personali nel rapporto con la magistratura. In questo insoluto conflitto, la differenza sostanziale con il quadro odierno è rappresentata dal contingente interesse economico: la riforma della Giustizia, come noto, è vincolante per l’accesso ai fondi del Recovery Fund, il salvagente europeo tanto invocato quanto irrinunciabile, anche in vista dell’allarme sociale che è alle viste in seguito allo sblocco dei licenziamenti.

Un vincolo ferreo, pur con le legittime critiche sollevate dalle associazioni dei consumatori rispetto alla coerenza tra le indicazioni dell’UE e i contenuti della riforma, di fronte al quale la ministra Marta Cartabia mette coraggiosamente la faccia a nome del Governo. Lo fa con determinazione, nonostante la pioggia di emendamenti, garantendo che la riforma non farà passare in cavalleria i processi per mafia e terrorismo e sfidando le critiche feroci da parte dei procuratori antimafia e del vicepresidente onorario della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, che proprio ad affaritaliani.it ha espresso tutte le sue perplessità, tecniche e sostanziali, sul testo in discussione.

Cartabia tiene duro, ma a quale prezzo? L’ex presidente della Consulta è una delle più autorevoli candidate al Quirinale, quando nel 2023 scadrà il mandato di Sergio Mattarella. Certamente è la più quotata tra le donne, questione che potrebbe fare la differenza qualora ci si rendesse finalmente conto che il ruolo di Capo dello Stato può essere egregiamente svolto anche dall'altra metà del cielo.

Questa vicenda rischia di compromettere la sua possibile candidatura? Nei palazzi della politica le bocche restano cucite, appena si nomina il dossier giustizia i musi si fanno lunghi e le sopracciglia si aggrottano: tutti segnali di una tensione sempre più palpabile, perché la partita sta entrando nel vivo. 

E tu che cosa ne pensi? Partecipa al sondaggio di affaritaliani.it: la tormentata vicenda della riforma della Giustizia compromette la possibile candidatura di Marta Cartabia alla Presidenza della Repubblica?

 

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