“Caro Avvocato, io e il mio compagno ci siamo conosciuti da adulti e ora stiamo insieme da 25 meravigliosi anni. Anche se per le vicissitudini della vita non ci siamo sposati, ora che l’età avanza, vogliamo entrambi tutelarci in caso di morte di uno o dell’altro. Come possiamo farlo in modo sicuro? Tiziana”
Una premessa è necessaria.
Dobbiamo distinguere tra due tipi di successione: la successione testamentaria e la successione legittima.
La prima si ha quando il defunto ha disposto con un testamento la suddivisione e l’assegnazione del proprio patrimonio.
La seconda si ha, invece, quando il defunto non ha redatto testamento oppure questo, per i motivi di legge, non è valido.
Nella successione testamentaria, una parte del patrimonio ereditario deve comunque sia essere “riservata” a determinati persone individuate per legge (definiti “legittimari”), anche se questo va contro la volontà espressa dal testatore.
Le persone a favore delle quali la legge riserva una quota di eredità sono “il coniuge, i figli, gli ascendenti”. Dunque, nel rispetto delle quote di legittima, il testatore può disporre della restante parte del suo patrimonio come desidera. La cosiddetta quota disponibile può essere infatti lasciata a favore di chiunque: alla chiesa, a un’associazione, a una onlus, a un canile, a un amico e anche al/alla convivente.
Nella successione legittima, invece, l’eredità si devolve “al coniuge, ai discendenti, agli ascendenti, ai collaterali, agli altri parenti” e finanche allo Stato, nell'ordine e nelle quote individuate dalla legge.
Sì allo Stato, ma non al/alla convivente more uxorio.
I partner delle coppie di fatto, infatti, non hanno reciproci diritti successori. Che siano eterosessuali oppure omosessuali.
Questo è ancora un echeggiante vuoto normativo, che nemmeno la rivoluzionaria Legge Cirinnà ha voluto colmare.
Solo i partner omosessuali, se decidono di trasformare il loro legame in unione civile, hanno gli stessi diritti successori delle coppie sposate.
Cosa possono fare quindi i partner delle coppie di fatto, siano essi etero o omosessuali?
Devono redigere un testamento valido, con il quale potranno lasciare al/alla convivente una parte del patrimonio: una quota ben individuata dalla legge (salvo ovviamente che il defunto non sia solo al mondo).
Per esempio, se il defunto lascia in vita due figli, la quota che può essere devoluta al/alla convivente è di 1/3 del patrimonio. Se lascia in vita due figli e il coniuge, la quota di disponibile è di 1/4 del patrimonio.
È bene quindi rivolgersi a un avvocato per compiere tutto nel rispetto della legge ed evitare di subire quella che viene definita “azione di riduzione” da parte degli eredi, eventualmente lesi nella loro quota di legittima.
In mancanza del testamento – per esempio nel caso di morte improvvisa o di morte di un giovane che comprensibilmente non aveva pensato ancora di fare testamento – invece il partner rimane privo di ogni forma di tutela dal punto di vista successorio.
Con la sola consolazione di poter continuare ad abitare nella casa familiare di proprietà del defunto, per un periodo massimo di 5anni. Dopodiché l’immobile dovrà essere restituito all’erede legittimo. E al convivente non rimarranno che i ricordi dei momenti passati insieme.
Quindi conviventi di fatto, non pensate mai che sia troppo presto per formalizzare le vostre intenzioni con un testamento valido e inoppugnabile.
* Studio Legale Bernardini de Pace
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