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L'avvocato del cuore
Padre separato: "Mia figlia ha 25 anni, fino a quando devo mantenerla?"

Caro Avvocato,

mi chiamo Mario e sono padre di una ragazza di 25 anni. Mi sono separato da mia moglie due anni fa e ora stiamo provando a raggiungere un accordo di divorzio. Lei vorrebbe che io continuassi a versarle l’assegno di mantenimento per mia figlia. Io non voglio assolutamente sottrarmi ai miei doveri come padre, ritengo però che sia arrivato il momento per mia figlia di iniziare a cavarsela da sola. Cosa prevede la legge? Fino a quando sono obbligato a mantenerla? E, di conseguenza, a versare un assegno di mantenimento?

Tutti i genitori (nessuno escluso) hanno l’obbligo di mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Principio stabilito sia dal codice civile, sia dalla Costituzione. Mamme e papà - sposati, non sposati, separati, divorziati - devono sostenere le spese per l’alimentazione, l’abitazione, la scuola, lo sport, la salute, l’abbigliamento dei loro figli. Ovviamente nei limiti delle loro possibilità economiche. Ma quando inizia questo obbligo? Al momento della nascita.

E quando finisce? Non per forza allo scoccare del diciottesimo anno di età dei figli. Non è vero, infatti, come molti pensano, che non appena i figli diventano maggiorenni, i genitori non hanno più l’obbligo di mantenerli. Il dovere di mantenimento “sopravvive” fino a quando i ragazzi non raggiungono l'indipendenza economica. Indipendenza che, al giorno d’oggi, per un motivo o per l’altro, potrebbe concretizzarsi anche oltre i 30 anni. Pertanto, in caso di separazione o divorzio dei genitori, a favore dei maggiorenni può essere stabilito un assegno di mantenimento. La legge prevede, infatti, che il giudice può “disporre a favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente il pagamento di un assegno periodico da parte del genitore”.

Ma allora, quando può considerarsi giunto il momento della tanto attesa autosufficienza economica? In concreto, bisogna tenere conto di molti fattori: quanti anni hanno i figli? Stanno ancora studiando? Frequentano l’università con profitto? Oppure sono pigri e svogliati? Hanno trovato lavoro ma non lo accettano? Oppure, per motivi oggettivi, faticano a trovarlo? Tutto dipende dalle diverse circostanze. Perderà sicuramente il diritto al mantenimento il figlio che, in base alla propria formazione scolastica/universitaria, lavora e percepisce uno stipendio adeguato. Allo stesso modo, lo perderà il figlio maggiorenne, il quale, nonostante sia stato posto nelle condizioni di raggiungere l'autonomia economica dai genitori, abbia rifiutato diverse opportunità di lavoro; ovvero abbia ritardato il percorso di studi senza alcun rendimento.

Nella maggior parte dei casi, quindi, il dovere per il genitore di versare l’assegno di mantenimento va valutato in base alla situazione dei figli, al fine di comprendere se le difficoltà a diventare indipendenti siano causate dalla loro negligenza e dal disinteresse a proseguire negli studi, oppure siano connesse a oggettive complicazioni nel trovare un posto di lavoro. L’acquisita indipendenza dei figli, tuttavia, non libera in automatico il genitore onerato dal versamento dell’assegno di mantenimento. È comunque necessario il provvedimento del giudice. Se poi il figlio divenuto autosufficiente, a un certo punto, perde il lavoro, l’obbligo di mantenimento per i genitori non riemerge. Il figlio disoccupato non può più reclamare l’assegno; al massimo potrà chiedere ai genitori la corresponsione degli alimenti e cioè di quanto strettamente necessario per vivere. Occorre, però, che vi sia un vero stato di bisogno del figlio.

Comunque sia, purtroppo, rispetto alle generazioni passate, gli adolescenti di oggi fanno più fatica a raggiungere l’autonomia. Ma la colpa non è solo loro. È anche colpa dell’atteggiamento iperprotettivo delle famiglie. È vero, infatti, che ci sono tanti ragazzi pigri, svogliati o semplicemente sfortunati in un mondo del lavoro a dir poco competitivo, è altrettanto vero però, che tanti genitori considerano i loro ragazzi eterni bambini. È importantissimo, invece, lasciare che spicchino il volo nel mondo reale. I figli bisogna spronarli e incoraggiarli a fare da soli, a emanciparsi. Bisogna renderli più responsabili. Solo così potranno dimostrare a voi genitori e a loro stessi quanto valgono.

* Studio Legale Bernardini de Pace

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    mantenere i figli





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