Carlo Tognoli, addio al sindaco (di Milano) operaio e stacanovista. RITRATTO

Carlo ha rappresentato la generazione di passaggio dalla modalità romantica dell’azione politica, ad una sua pericolosa trasformazione in attività scientifica e manageriale, dove l’approfondimento ideale, avrebbe ceduto il passo alla deriva della Società della comunicazione e dello spettacolo, quindi dello Spettacolo “tout court”. Leggendaria la sua capacità organizzativa e i carichi di lavoro, poiché Il Sindaco controllava, verificava, e approvava e riusciva a far condividere ai partiti di maggioranza, l’enorme quantità di delibere, di atti, di progetti.

Qualcuno poi l’avrebbe chiamata, visione, quella specifica idea di città che diventa condivisa da quanti lo hanno apprezzato e incontrato, perché tra le caratteristiche di questo modo di fare politica c’era la disponibilità all’incontro e al dialogo, oggi scomparsi. Un vulcano inarrestabile che in un decennio dal 1974 al 1984 ha inventato un’idea di sindaco operativo e disponibile 24/24h, un eroe moderno, ormai lontano da quel tempo, che non perdona e dimentica in fretta, ma noi vorremmo ricordarlo come quella presenza discreta, ferma, decisa che rappresenta un solco temporale: prima (di Tognoli) e dopo.

Chiaramente noi non abbiamo dubbi da quale parte stare, ci siamo stati prima, ci resteremo anche adesso.

Ciao Carletto