Filosofi al Ministero dell’Istruzione, da Benedetto Croce ad Azzolina
Filosofi al Ministero dell’Istruzione, da Benedetto Croce a Laura Azzolina, l’inarrestabile cavalcata verso il nulla della politica italiana
Dalla nomina di Benedetto Croce nel quinto Governo Giolitti a quello di Laura Azzolina nel secondo Governo Conte, sono passati cento anni esatti, ma bastano pochi secondi per capire di quanto sia crollata la credibilità politica e di come questo specchio opaco dei tempi ci piace sempre meno e ci inquieta sempre di più.
L’onorevole Ministra Azzolina Laura ha i titoli giusti, ma in totale solitudine tra i suoi compagni di partito/movimento/club/azienda di comunicazione, anzi perfetti, perché lei è laureata in Filosofia al contrario di Don Benedetto, ma questo dimostra, ove ce ne fosse bisogno, che una rondine non fa primavera e che la politica è una cosa seria per lasciarla a troppi volonterosi dilettanti.
Figlia studiosa di quel sud intellettualmente vivace ma economicamente depresso, ha svolto la sua azione passando dalla cattedra in qualche liceo del nord (Sarzana, La Spezia), prima di approdare all’Istituto Tecnico Quintino Sella di Biella e poco prima di trovare la lampada di Casaleggio che realizza il sogno di ogni precario, poi stabilizzato, diventare il Ministro, e senza troppo impegno, né gavetta, come nella buona tradizione dei “penta stellati”.
Basta elencare tre date: 20 marzo 2018, eletta deputata, 13 settembre 2019, sottosegretaria all’Istruzione, 10 gennaio 2020, finalmente Ministra, naturalmente gioiscono i pochi amici perchè da quel momento,e in pochi mesi,riesce ad inimicarsi quasi tutte le litigiose categorie che dovrebbe governare.
Per i giovani grillini questo “non è un paese per vecchi”, dunque Laura diventa l’emblema di questo nuovo corso, e potrebbe bilanciare la carenza di istruzione di alcuni ministri in carica, che ormai gravitano nella società dello spettacolo prima che nella deprimente arena della politica-reality.
La giovane età conta, soprattutto quando non hai molti altri talenti o competenze, e tra Sindache e Sottosegretarie o consiglieri dell’Eni, ci si “stringe a coorte” prima del grottesco ballo delle debuttanti.
Non abbiamo molto da ricordare in due anni di trionfale cavalcata politica tranne appunto la difficoltà di qualsiasi azione registrabile o positiva, se in dieci giorni i sindacati al completo l’accusano di disattenzione nei confronti dell’esercito dei precari di cui ha fatto parte, probabilmente.
Ma ecco giungere la Neo-Peste che massifica e rende ogni soggetto politico simile, nell’inadeguatezza e dunque le differenze scompaiono nella confusione del momento di emergenza.
L’Azzolina Laura rappresenta quanti ce l’hanno fatta nonostante tutto, e hanno trovato una pozione magica per saltare tutte le lunghissime fasi intermedie, e non c’entra la giovane età o la condizione sociale, conta la trasformazione definitiva della politica in turbo-ascensore verso il paradiso degli Eletti.
Alla fine due lauree, e un posto da dirigente scolastico a Biella, non servono in quel contesto e non possono essere un esempio perché nella Repubblica degli Ignoranti, la Cultura ovviamente non è un merito ma un limite, e su questo Don Benedetto ci avrebbe dato ragione, inarcando le spalle, con un sorriso amaro.
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