Il Governo Conte bis si comporti bene con finanza internazionale e Ue
L’Italia non ha ricevuto un assegno in bianco
Non è scontato avere dalla propria parte in modo così esplicito la finanza internazionale e l’Unione europea. Per chi è convinto – che piaccia o no – che nel 2019 uno Stato esista in un sistema globale di istituzioni e relazioni politiche e finanziarie – certo con difetti e migliorabili, ma che sono una realtà – il Governo presieduto da Giuseppe Conte nasce bene.
Lo spread si mantiene a bassi livelli, i rendimenti dei titoli di Stato sono sotto la soglia psicologica e gli interessi sul debito scendono. Paolo Gentiloni diventa commissario agli Affari economici dell’Esecutivo di Bruxelles, presieduto da Ursula von der Leyen. L’ex inquilino di Palazzo Chigi prende il posto di Pierre Moscovici, il cerbero francese che fece di tutto per contrastare il Conte 1, espressione della precedente maggioranza 5 Stelle-Lega.
L’Italia non ha però ricevuto un assegno in bianco. È stato osservato che il lavoro di Gentiloni sarà supervisionato dall’ex premier lettone Valdis Dombrovskis, altro oppositore della politica economica del Conte 1 e vicepresidente della Commissione, confermato nel ruolo ma con funzione “esecutiva” e non più solo “consultiva”, per giunta responsabile dei Servizi finanziari. Per parte loro, i mercati e la finanza internazionali ci mettono un attimo a far partire la speculazione: come avvenne nei giorni della trattativa 5 Stelle-Pd quando l’ “O tutti i nostri 20 punti o si va al voto” di Luigi Di Maio annunciato in tv, fece all’unisono schizzare in alto lo spread.
Simile sostegno deve essere meritato. Ogni spostamento dalle regole della prassi e della negoziazione politico-finanziario-gestionali sarà nel mirino. Così va il mondo e chi non si comporta bene, viene giustamente ripagato per quello che (non) merita.
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