Italia Viva, il nome del partito di Renzi ricorda il suo contrario
Forza Italia è invece fortunato: evoca potenza e ottimismo su presente, passato e futuro
L’aggettivo più ricorrente, tra i commentatori e gli avversari politici, per definire la decisione di Matteo Renzi di lasciare il Pd e dare vita a un nuovo partito, è “inspiegabile”. In seconda battuta, si chiosa sul fatto che egli sia stato così risoluto per essere a capo di un’organizzazione in cui non ci siano correnti e di cui sia il capo indiscusso.
Quanto al nome, gli osservatori si sono limitati a ricordarne l’ispirazione, ossia l’utilizzo che ne è stato fatto. Si è scritto che “Italia Viva” è stato il titolo di un album di Francesco De Gregori, uno slogan del Pd di Walter Veltroni e persino il titolo di un libro di Mario Capanna, leader del 68 italiano.
La concisione e la potenza del nome Italia Viva, senza punto esclamativo finale, trasmettono una semplicità e una forza (caratteristiche essenziali della retorica, si pensi alla sintesi e all’autorevolezza dei latini), che, a ben guardare, vengono meno su un altro fronte. Come sosteneva Giuseppe Pontiggia, il linguaggio, a partire dalla scelta dell’aggettivo, se non usato con piena consapevolezza, rischia sia di evocare il suo contrario, sia di suscitare dubbi. Per intenderci, Italia Viva può equivalere a messaggi quali: “Si stava meglio un tempo; l’Italia era viva, oggi è morta. Partiamo da un’ Italia morta e dobbiamo arrivare o ritornare a un’Italia viva”. Insomma: un nome che sembra essere poco congruente con l’ottimismo renziano. Un esempio fortunato? Forza Italia, ottimista e potente su presente, passato e futuro.
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