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Lo sguardo libero
Sì allo stop del raduno degli alpini
Centinaia le molestie subite dalle donne al raduno nazionale delle penne nere a Rimini

Le leggi contro questo tipo di reati sono molto severe

Insufficienti rispetto alla gravità di quanto accaduto, le parole (“Chiedo scusa a quelle ragazze. Gesti inaccettabili, faremo di più per cambiare”) di Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione nazionale alpini, dopo le molestie e violenze subite dalle donne a Rimini durante l’adunata delle penne nere. Cose da uomini primitivi. Tuttavia, ci sono leggi molto severe nella fattispecie e i responsabili si spera pagheranno per le loro azioni.  

Pare tra l’altro che episodi simili si siano verificati durante precedenti raduni e circola in rete la locandina dell’adunata di Trento 2018 con l’evento “Miss Alpina Bagnata” (titolo da ignoranti, di chi non sa che alludere è ancor più grave che offendere esplicitamente… altro che castrazione chimica… i protagonisti dei fatti di Rimini, si accolga quale assurda provocazione, dovrebbero leggere il Marchese de Sade e praticare la sodomia come rappresentata in alcune sue celebri pagine).

Ha anticipato molti – tra cui il sottoscritto – l’associazione “Non una di meno” lanciando sulla piattaforma change.org la petizione che chiede lo stop all’adunata degli alpini per due anni – il sottoscritto propone un anno: ciò che è prezioso è raro, non si capisce perché due.

Non servono a nulla e il mondo non se ne fa nulla di migliaia di uomini che si radunano a bere molestando le donne. L’ultimo riferimento è sempre la cabala ebraica secondo cui gli uomini si giudicano esclusivamente per le loro azioni spirituali. Sì agli alpini che difendono la democrazia e portano soccorso nei momenti di difficoltà, no ai raduni maschilisti e sessisti.

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