Unione europea, la rigidità dei 5Stelle tallone d’Achille del Governo Conte
Vedremo se Bruxelles si opporrà o no al reddito di cittadinanza e al taglio delle tasse
Una cosa è la coerenza con quanto promesso agli elettori in campagna elettorale, altra l’esecuzione di quanto chiedono le semplificazioni della mentalità popolare, che non ha sguardo lungimirante e olistico.
Nessuno mette in dubbio che in democrazia il voto popolare è sacro, ma dall’altra parte è pur vero chi decide dovrebbe declinare le intenzioni promesse in atti coerenti con la realtà e un senso di pragmatismo. Del resto il popolo in senso stretto, culturalmente parlando, è privo di intelletto, che è connesso alla istruzione e alla cultura (naturalmente c’è anche un intelletto legato, per intenderci, alla coltivazione delle olive, all’allevamento dei cavalli, all’artigianato, all’arte delle costruzioni e via dicendo), come è vero che la politica dovrebbe essere la forma più alta dell'esistenza. E su quest’ultimo punto nel caso italiano è evidente che non è così, visti i curricula di tanti parlamentari, tra cui persino la percentuale di laureati è bassa (ovvio tutto è relativo, ma è più probabile che sia più colto un laureato di chi ha il diploma di seconda elementare).
La coerenza in politica più che giusta, è un segno dell’evoluzione della società, rispettosa delle persone sempre più evolute. È la coerenza del presidente Donald Trump, che vuole riportare grande l’America e colà il lavoro, isola gli Usa e fa scelte discutibili come quelle sul clima o sui dazi commerciali. La coerenza è quella di Matteo Salvini che, barcone dopo barcone, non cede nella sua nuova politica sull’immigrazione clandestina. Più difficile è la coerenza di questo Governo dal lato 5Stelle, che sembra poco pragmatico e mette quasi tutto in discussione, appellandosi alle leggi, agli studi, alle consulenze – il caso Tav e quello del’Ilva insegnano - come se la velocità non fosse un merito nel governare e come se con ci fosse altro dietro gli algoritmi, i modelli e i paradigmi. Non si dimentichi che la crisi del 2008, la più grande dal dopoguerra, di cui ancora paghiamo le conseguenze, è scoppiata negli Usa, paese leader nella disciplina, nei modelli e negli studi finanziari/manageriali. Un esempio, il leader dei 5Stelle, vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, di fronte alle lamentele degli imprenditori del Veneto circa le restrizioni alla flessibilità nelle assunzioni previste dal cosiddetto Decreto dignità, afferma: “Per noi l’unica opinione che conta è quella dei cittadini, che mi dicono che di questo decreto c’era bisogno come del pane”. È vero, lo dice il popolo, ma senza dubbio la macroeconomia e il mercato dicono altro. Vedremo cosa succederà per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e il taglio delle tasse, altri punti del programma 5Stelle-Lega. Il sospetto è che l’Unione europea sia consapevole di questa differenza tra i due partiti di Governo. Vedremo se attuerà la scelta di non opporsi, come sta sostanzialmente facendo circa la politica dell’immigrazione di Salvini, quando i vincoli di bilancio europei dovranno essere messi in discussione.
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