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Coronavirus
In Alto Adige, quasi 500 nuovi casi. Bolzano e altri 10 paesi zona rossa.
Arno Kompatscher

Da giovedì 5 novembre Bolzano e altri 10 comuni saranno 'zona rossa'

Bolzano da giovedì 5 novembre diventerà ‘zona rossa’. Lo ha deciso la giunta provinciale altoatesina a seguito del forte incremento di casi di Covid-19. A Bolzano saranno chiusi anche i servizi alla persona e tutte le scuole. Inserite nuove ‘zone rosse’ anche i Comuni di Vadena, Braies, Velturno, Villabassa, Meltina, Vipiteno, Egna, Nova Levante, Ponte Gardena e Nalles. Il provvedimento scatterà giovedì e si concluderà dopo due settimane.

Le nuove positività al Covid-19 sono 495. Un numero che resta molto elevato anche difronte ai 2.546 tamponi esaminati nelle ultime 24 ore. La cifra complessiva di persone testate positive dall’inizio dell’emergenza sfiora quota 10.000 (9.848). I soggetti sottoposti a test sono 123.854. In continua crescita è il numero dei pazienti covid che vengono ricoverati: ad oggi ci sono 219 persone nei normali reparti degli ospedali, 68 in strutture private convenzionate e 28 in terapia intensiva (5 in più rispetto a ieri). C’è un nuovo decesso per un dato complessivo di 320. Le persone in isolamento domiciliare sono 7.474, 261 in meno rispetto a ieri. È sempre alto, 137, il numero dei collaboratori dell’azienda sanitaria attualmente positivi.

Coronavirus, l'Alto Adige decide per la chiusura

La seconda ondata di coronavirus sta mettendo a dura prova l'Italia, che discute in queste ore su come  organizzare un possibile nuovo lockdown. Ma l'Alto Adige ha deciso in autonomia: nuova chiusura per la regione guidata da Kompatscher, dove l'Rt è stabilmente superiore a 1.50

Così, nell'incertezza di questa seconda ondata di coronavirus in Italia, il presidente  della provincia di Bolzano ha deciso di adottare misure simili a quelle adottate dalla vicina Austria, dalla mezzanotte di mercoledì 4 novembre fino al 22, anche se fino a una settimana fa aveva previsto orari di chiusura per i locali più ampi di quelli stabiliti dal governo in tutta Italia. Una sorta di immediato dietrofront, insomma, a fronte dei dati dei contagi in aumento. In una intervista alla Repubblica, Arno Kompatscher precisa: "Autonomia vuol dire autogoverno responsabile. Ovvero assumersi le responsabilità, nel bene e nel male. Una crisi come questa non la ricordo, in sette anni di presidenza della giunta altoatesina". E così siccome nella regione si è constatato come l'indice Rt è stabilmente superiore a 1.50, soglia considerata alta per la diffusione del Covid-19, il presidente sostiene: "Se in primavera ci siamo assunti la responsabilità di aprire e abbiamo rivendicato il nostro diritto a una scelta autonoma, bene: va rivendicato anche quando fa male. Ed è giunto il momento di farlo perché la sanità è ai limiti. Manca il personale, come dappertutto".

I numeri impietosi dei contagi, 437 ieri, e il rischio di mandare in tilt il sistema sanitario, non hanno lasciato scelta al presidente  Kompatscher, che in una seconda intervista al Corriere della Sera sottolinea: “Sapevamo di questa seconda ondata, ma anche gli esperti non si aspettavano un’entità e un’accelerazione di questo genere. I dati che abbiamo rendono necessarie queste misure per combattere il coronavirus. Abbiamo tre settimane per riuscirci, altrimenti la situazione sarà drammatica”. E spiega che “il coprifuoco partirà dalle 20 e durerà sino alle 5. Bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie rimarranno chiusi. Aperti da lunedì al sabato i generi alimentari e altri negozi di primaria necessità. Aperte farmacie e parafarmacie. Tutto chiuso le domeniche e i festivi. Le scuole, che riapriranno i battenti lunedì 9, continueranno con la didattica in presenza, ad eccezione delle superiori. Ridotta al 50% la capienza dei mezzi pubblici. Per lo sport vietati gli allenamenti, tranne quelli individuali e per le squadre che gareggiano a livello nazionale e internazionale. Alberghi chiusi ai turisti. Rimangono ancora aperti gli impianti sciistici. Chiuse piscine, palestre, wellness e centri benessere”.  Poi Kompatscher aggiunge: “La via sudtirolese è espressione di quello che è lo spirito dell’autonomia: leale collaborazione, omogeneità con le scelte di Roma dove è necessario. La via sudtirolese rimarrà sempre, ma adesso abbiamo dati che non ci permettono di fare di meno dello Stato. Anzi, dobbiamo fare qualcosa in più di altre regioni”.

 

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