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Coronavirus
Coronavirus vaccino, ecco la svolta: “Da marzo in distribuzione avanzata”

"Alla fine del primo trimestre del prossimo anno, se tutto va bene, i vaccini saranno in una fase avanzata di distribuzione". Lo ha dichiarato il direttore dell'area Ricerca e sviluppo dell'oncologia dell'azienda farmaceutica AstraZeneca, Josep Baselga. Parlando con Rac1, Baselga ha indicato che AstraZeneca stima che entro l'inizio del 2021 avra' circa tre miliardi di dosi di vaccini che e' fiduciosa sul fatto che si dimostreranno efficaci. La parte "complicata" sara' progettare come distribuirli vista la domanda, per la quale ha detto di stimare che fino "alla fine del primo trimestre" del prossimo anno i vaccini - se funzioneranno - non saranno in "fase di
distribuzione avanzata".

AstraZeneca spera inoltre che entro la fine dell'anno "uno, due o tre" dei quattro vaccini che sta sperimentando inizieranno a dare "risultati". Secondo Baselga, vi sono attualmente 175 diversi vaccini su cui si sta lavorando in tutto il mondo, 35 dei quali in studi clinici con pazienti e 10 nella loro fase di verifica finale. Tuttavia, ha sottolineato che "il vaccino aiutera', ma non e' l'unica soluzione", e ha sottolineato che AstraZeneca sta anche sviluppando un trattamento con "anticorpi monoclonali". 

"Nella migliore delle ipotesi le prime 30 milioni di dosi all’Ue" arriveranno "entro fine anno, se sarà dicembre o gennaio cambia poco". Lo ha detto Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm Pomezia, intervenendo a proposito del vaccino anti covid Oxford-Irbm-AstraZeneca alla trasmissione "L'Italia s'è desta" su Radio Cusano. Nello specifico, “noi ci aspettiamo che alla fine di novembre possa essere conclusa la fase tre della sperimentazione clinica, a quel punto la parola passerà alle agenzie regolatorie – ha affermato Di Lorenzo -.

I tempi normali potrebbero essere 6-8 mesi, ma in una situazione così importante penso che le agenzie regolatorie cercheranno di ridurre i tempi per dare una risposta nel giro di qualche settimana. Questo non vuol dire che il vaccino non sarà sicuro. I tempi che possono essere accorciati infatti sono quelli della burocrazia, della normale pratica dell’iter burocratico. Mentre tutti i tempi dovuti ai controlli scientifici saranno mantenuti in maniera severa. Non esiste una multinazionale disposta a mettere in gioco la propria credibilità e la propria reputazione scientifica per accorciare oltre il consentito i termini di una valutazione, sarebbe assurdo. Per questo è un argomento su cui si può essere più che sicuri".

Il comune buonsenso, ha aggiunto, "lo porta a capire facilmente, solo che il comune buonsenso non è comune a tutti, quindi c’è sempre qualcuno che fa retro pensieri. Il problema è riuscire ad arrivare alla fine dei test senza che si verifichino eventi avversi. Se così sarà, le agenzie regolatorie impiegheranno 3-4 settimane e si arriverà ad una consegna delle prime 20-30 milioni di dosi all’Ue entro fine anno. Se anziché prendere 4 settimane se ne prenderanno il doppio allora si arriverà a gennaio. Attaccarsi al discorso se sarà fine anno o inizio gennaio, la vedo più una questione teorica che con risvolti pratici. La gente vuole capire se in tempi certi potremo avere tutti a disposizione uno strumento per contrastare la pandemia e per tornare ad un minimo di vita normale dal punto di vista sociale, ma soprattutto economico”.

Sulle responsabilità e le pressioni, Di Lorenzo ha dichiarato che “la pressione la sentiamo, io la sento proprio fisicamente visto che ogni volta che esco dal cancello di casa c’è qualcuno che mi chiede come sta andando la sperimentazione del vaccino. Io li capisco, farei la stessa cosa. C’è gente che ha aziende che sono in pericolo dopo averci buttato dentro i sacrifici di una vita. In questo panorama terrificante, non sono giusti i distinguo, è giusto che tutti partecipino ad una corretta informazione del punto in cui si trova un progetto destinato ad influire pesantemente sulle nostre vite. Io ho la fortuna di avere tra i miei collaboratori, i miei scienziati gente di livello altissimo, per cui non gli ho detto assolutamente nulla, ognuno di loro si è reso conto della responsabilità che hanno, tutte le persone di Irbm che stanno lavorando da gennaio su questo progetto, sanno benissimo cos’hanno tra le mani e sanno benissimo come si maneggia una situazione del genere”.

Infine, l’indiscrezione del Financial Times sulla robusta risposta immunitaria nelle persone anziane: “Questa è un’indiscrezione perché sulla fase tre non è stato ancora pubblicato nulla. Eviterei di commentare le indiscrezioni. Posso dire che allo stato attuale tutto procede nel migliore dei modi e non ci sono evidenze che facciano pensare a controindicazioni dal punto di vista delle età e delle patologie. E’ vero che nella pubblicazione dei dati di fase 1 su Lancet era stato messo un accento proprio sulla capacità del candidato vaccino di immunizzare in maniera importante”. 

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