G20 salute, patto unanime a Roma: vaccini anti-Covid ai paesi più poveri - Affaritaliani.it

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G20 salute, patto unanime a Roma: vaccini anti-Covid ai paesi più poveri

La due giorni del G20 della Salute si conclude con la firma, all'unanimita', del Patto di Roma, una dichiarazione sottoscritta per garantire dosi di vaccino anti Covid alle nazioni piu' povere. "Da Roma arriva un messaggio al mondo contro il Covid: lavoreremo tutti insieme per contrastarlo, e' ancora un nemico insidioso", le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso della conferenza stampa finale. A distanza di piu' di mezzo secolo dalla firma dei Trattati di Roma del 1957, i musei Capitolini hanno ospitato i grandi della Terra, responsabili della tutela della salute pubblica. Ed e' stato proprio il diritto alla salute di tutti il fil rouge che ha unito la due giorni: "I servizi sanitari nazionali sono la cosa piu' importante che abbiamo per costruire il nostro futuro, il Patto di Roma e' un documento molto articolato firmato da tutti i paesi, tra i punti essenziali c'e' quello di provare a trasformare questa crisi in un'opportunita', i servizi sanitari nazionali sono la cosa piu' importante che c'e', si devono investire risorse rilevanti sui sistemi nazionali sanitari", ha spiegato Speranza.

"Allo stesso modo, abbiamo apprezzato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, intervenendo ieri a Pavia, ha spostato il dibattito sulla vaccinazione dal piano politico a quello del dovere civico e morale, e ha duramente condannato le aggressioni e le intimidazioni a medici, scienziati e giornalisti - continua Anelli -. E' vero: vaccinarsi e' un dovere civico, perche' rende sostenibile il sistema di cure offerto dal nostro servizio sanitario nazionale, liberando posti e risorse per curare anche le altre patologie. Se la vaccinazione diminuisce i ricoveri, se diminuisce la possibilita' di finire in terapia intensiva, e se tutti siamo vaccinati, si possono tornare a programmare interventi chirurgici, a smaltire le liste d'attesa, a curare anche tutto quello che non e' Covid. La vaccinazione e' lo strumento, inoltre, che permette di prefigurare, finalmente, il ritorno a una vita normale". "Apprezziamo dunque questo tipo di interventi, che conferiscono prestigio all'Italia sulla scena internazionale - continua Anelli -. E che, all'interno del paese, mettono un punto a ogni strumentalizzazione politica su tematiche che devono rimanere di pertinenza scientifica e medica: penso alla vaccinazione, ma anche al dibattito sulle terapie, alla proposta di 'protocolli' standard e paralleli a quelli approvati, non validati da prove e non calibrati sul singolo paziente, dopo una visita o comunque da parte del medico che lo ha in cura e lo conosce. Pratiche che vengono 'accarezzate' da taluni e proposte come alternativa alla vaccinazione. E che, per farsi largo, usano l'odiosa tattica di creare una frattura tra i medici - additati come 'allineati al sistema' o accusati di essere poco presenti e attenti - e i cittadini". 

"Ricordiamo che il medico deve seguire il Codice deontologico che, all'articolo 13, regolamenta la prescrizione - conclude -. Atto professionale che deve fondarsi sulle evidenze scientifiche disponibili, sul rispetto dei principi di efficacia sicurezza e appropriatezza e deve far seguito a una diagnosi circostanziata. Il medico, in ossequio ai principi di autonomia e responsabilita', puo' prescrivere farmaci non ancora registrati, o approvati per dosaggi o usi diversi, purche' la loro tollerabilita' ed efficacia sia scientificamente fondata e i rischi siano proporzionati ai benefici. A maggior ragione, puo' certo disattendere o integrare un protocollo emesso dagli enti preposti, se la situazione clinica del paziente lo richiede. Tali protocolli e linee guida costituiscono infatti soltanto un supporto all'attivita' professionale del medico, che resta libera, autonoma e indipendente. In nessun caso, pero', puo' adottare e diffondere pratiche diagnostiche o terapeutiche delle quali non sia resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica, valutabile dalla comunita' professionale e dall'autorita' competente. Ne' deve adottare o diffondere terapie segrete".