Coronavirus
Vaccini, Colao: “AstraZeneca non va criminalizzata, ma è meglio una sola dose”

Intervista di Affari ad Annamaria Colao sui vaccini: gli effetti collaterali AstraZeneca sono simili a Pfizer e Moderna, ma è meglio 1 sola dose invece che 2
In Italia troppe reazioni avverse rispetto ad altri Paesi: dati fuori scala. Il caso sollevato dalla Prof.Annamaria Colao
Con oltre 30.000 eventi avversi al 26 Febbraio scorso l’Italia era al primo posto nella classifica del Sistema di Sorveglianza Europeo Eudrasurveillance gestito da EMA, Agenzia Europea del Farmaco che giovedì si pronuncerà sul vaccino Astrazeneca.
“I dati AIFA resi noti la scorsa settimana e relativi a fine Febbraio ponevano l’Italia al primo posto in Europa per eventi avversi al vaccino anti-COVID, che per il nostro Paese ha significato finora quello prodotto da Pfizer/Biontech (circa il 90% delle dosi somministrate al 26 Febbraio), risultando in oltre 30.000 eventi avversi, col 33% di seconde dosi già iniettate. Si è trattato di un sostanziale raddoppio delle reazioni indesiderate complessive per l’Italia rispetto alle 14.000 di fine Gennaio (quando solo il 15% delle seconde dosi erano state somministrate), con i disturbi del sistema nervoso centrale al secondo posto per frequenza e classificate come di grave intensità nel 30% dei casi. Francia e Spagna si fermano a circa 7000-8000 reazioni, mentre la Germania non supera i 3300 effetti collaterali nello stesso periodo. Caso diverso per la Gran Bretagna, che segnala circa 33.000 eventi avversi ma dopo aver vaccinato con singola dose Pfizer quasi 14 milioni di cittadini (le altre 54.000 reazioni sospette si sono verificate con Astrazeneca su ben 11 milioni di dosi). In questo contesto europeo è evidente che il nostro dato è significativamente superiore a quanto riportato in altri paesi europei (con qualche paragone su scala di popolazione più piccola solo con l’Olanda, gravata da quasi 7000 eventi avversi). C’è forse qualcosa che va modificato nella strategia operata per le fasce di popolazione selezionate per la vaccinazione? Il 20% delle dosi sono andate a sanitari sotto i 39 anni di età, spesso già sottoposti a doppia somministrazione, che pesano per il 55% degli effetti collaterali. Se includiamo anche i quarantenni nel computo si arriva ad oltre il 70% degli eventi avversi”.
“Sarebbe forse, più opportuno evitare di somministrare a tutti una seconda dose di vaccino, più probabilmente foriera di numerosi eventi avversi – legati verosimilmente a una eccessiva risposta immunitaria - specie nei soggetti con meno di 50 anni, per i quali si osservano titoli anticorpali post-vaccianali già elevati. In presenza di una limitata disponibilità di vaccini non sarebbe più utile dosare la risposta anticorpale a tutti dopo la prima dose, riservando la seconda solo a chi ha risposte sub-ottimali?”
“Questo ci consentirebbe di vaccinare con una prima dose una più ampia platea di adulti come hanno fatto gli inglesi. D’altra parte la strategia della singola dose ha permesso alla Gran Bretagna di raggiungere già una copertura del 45% della popolazione in breve tempo, con un numero di eventi avversi più basso del nostro. Favorevolmente da accogliere anche l’idea di vaccinare nelle aziende i lavoratori adulti (a partire dai 50-60 anni con priorità) appena ci sarà ampia disponibilità di vaccini. Fondamentale sarebbe concentrarsi sui soggetti più anziani che sono i maggiori beneficiari in quanto più suscettibili di ospedalizzazione o esiti fatali in caso d’infezione. Altro criterio di priorità in attesa che arrivino gli 80 milioni di vaccini promessi, è concentrarsi in aree dove esistono ampi focolai di COVID”.