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Coronavirus
Variante Delta, paura per la scuola: "Il piano non è all'altezza dei rischi"

Covid, variante Delta: il piano per il rientro a scuola a settembre non convince. "Non all'altezza dei rischi". Il report 

Di nuovo caos e paura per il rientro a scuola fissato per le metà di settembre. "Se il Governo si è impegnato a riaprire le scuole in presenza al 100%, le misure approvate con il Dl 111 del 2021 non contengono rilevanti cambiamenti, a fronte di una variante del virus molto più contagiosa. Le numerose criticità che lo scorso anno scolastico hanno ostacolato, se non reso impossibile, lo svolgimento delle lezioni in presenza non sono state finora affrontate in modo risolutivo".

L'allarme arriva dall'ultimo report della Fondazione Gimbe sul monitoraggio nella settimana 18-24 agosto che sottolinea come "il piano del Governo" sulla scuola "non convince". "Non esiste alcuna rendicontazione pubblica su come siano stati impiegati i 150 milioni del decreto Sostegni (idonea areazione e ventilazione dei locali, distanziamento fisico); mentre i 350 milioni del Decreto Sostegni bis destinati a varie misure tra cui dispositivi di protezione individuale e riprogettazione spazi ad oggi sono stati ripartiti tra le scuole solo sulla carta, ha rimarcato Gimbe. 

"Sul fronte trasporti, al di là di generiche indicazioni sullo scaglionamento degli orari di ingresso, spunta solo la figura del mobility manager per predisporre gli spostamenti casa-scuola-casa di personale scolastico e alunni". "Non è previsto lo screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico. Unica novità è l'obbligo del Green pass per il personale scolastico, non esteso agli studenti over 12 per i quali si punta, con un rischio poco 'ragionato', esclusivamente sulla copertura vaccinale", ha concluso la Fondazione.

E intanto i numeri delle vaccinazioni, soprattutto tra i più a rischio, non sono promettenti. Secondo il monitoraggio settimanale "sono 4,6 milioni gli over 50 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, di cui 3,52 milioni (12,9%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali (dal 19,6% della Sicilia al 8,2% della Puglia). Visto il sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in queste fasce d'età, i dati confermano l'esitazione vaccinale degli over 50, mentre salgono tutte le curve degli under 40 . Rimangono ancora notevoli differenze di copertura vaccinale tra le diverse classi anagrafiche".

"Durante il mese di agosto, ha commentato il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, si è assistito ad un crollo del 66,5% delle somministrazioni: la media mobile a 7 giorni è passata dal picco di oltre 592 mila del 28 luglio a poco più di 198 mila il 20 agosto". Oltre all'esitazione vaccinale, "sono varie le motivazioni alla base di questa brusca frenata - sostiene il report - dalle mancate prenotazioni durante le vacanze da parte degli utenti, alle ferie degli operatori sanitari, e la progressiva riduzione delle seconde dosi da somministrare. "D'altro canto - ribadisce Cartabellotta - con la disponibilità di un consistente numero di dosi abbiamo perso l'opportunità di accelerare la campagna in alcune fasce d'età, soprattutto in quella 12-19 anni cruciale per l'imminente inizio delle scuole". 

Covid, il monitoraggio settimanale: crescono i contagi e i decessi, così come l'occupazione delle terapie intensive 

Infine, dal monitoraggio settimanale emerge un lieve aumento dei casi di Covid, in rialzo anche l'occupazione dei posti letto in ospedale e nelle terapie intensive. Anche i decessi seguono la stessa onda negativa. Nello specifico i nuovi casi accertati sono stati 45.251 contro i 43.365 di settimana, i decessi 345 contro 237. In aumento anche i casi attualmente positivi (135.325 contro 129.116), le persone in isolamento domiciliare (130.785 contro 125.221), i ricoveri con sintomi (4.036 contro 3.472) e le terapie intensive (504 contro 423). "I nuovi casi settimanali, ha dichiarato Nino Cartabellotta, dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, fanno registrare un lieve incremento visibile anche nella media mobile dei casi giornalieri, pur rimanendo sottostimati dall'insufficiente attivita' di testing e dalla limitata attivita' di tracciamento dei contatti".

Nella settimana presa in esame, rispetto alla precedente si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 8 regioni e quello dei casi attualmente positivi in 13 regioni. In 68 province l'incidenza e' pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Emilia-Romagna, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria tutte le province raggiungono o superano tale soglia. Sono 13 le province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (318), Ragusa (281), Enna (268), Cagliari (239), Siracusa (234), Trapani (195), Messina (185), Catania (180), Reggio Calabria (169), Sud Sardegna (167), Palermo (163), Prato (163) e Agrigento (156).

"Seppur in maniera meno netta, ha afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe, continua a salire il numero dei posti letto occupati in ospedale: rispetto alla settimana precedente +16,2% in area medica e +19,1% in terapia intensiva".  In termini assoluti, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti Covid in area medica e' passato dai 1.088 del 16 luglio ai 4.036 del 24 agosto (+271%) e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 504 del 24 agosto (+234%), anche se il dato nazionale rimane basso: 7% in area medica e 6% in area critica. Rilevanti tuttavia le differenze a livello regionale: per l'area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (19%) e Calabria (15,2%) (figura 5); per l'area critica sopra la soglia del 10% Sardegna (11%) e Sicilia (11%). 

 

 

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