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Costume
Belluno, primo divorzio fai-da-te. Addio in tre ore senza giudici

Nessun giudice, niente tribunale. Nemmeno l'ombra di battaglie legale interminabili. Per dirsi addio sono bastate tre ore, senza bisogno di ricorrere a un giudice, senza andare in tribunale, senza dover attendere i tempi della giustizia. A Belluno, come racconta IlGazzettino, c'è stato il divorzio fai-da-te di due coniugi cinquantenni che hanno usufruito della nuova legge di negoziazione assistita dagli avvocati.

La nuova procedura è stata introdotta dalla prima parte della riforma della giustizia già entrata in vigore il 13 settembre scorso: serve, tra le altre novità, a velocizzare i tempi per mettere fine a un matrimonio in modo consensuale. I due coniugi hanno colto al volo l'occasione proprio il 15 settembre, a due giorni dalla nuova legge, anche s ela notizia è stata divulgata soltanto ieri.

Dopo la firma (deve farlo per legge entro dieci giorni pena sanzioni pecuniarie) il legale è andato a depositare una copia autenticata dell’accordo presso l’ufficiale di stato civile del Comune.  Con il divorzio fai-da-te i coniugi hanno evitato di "perdere" almeno 3 mesi. Tanto sarebbe servito per la trafila burocratica-giudiziaria per dirsi addio, dopo i 3 anni di separazione (periodo richiesto per legge, tra separazione e divorzio, sul quale non è intervenuta la nuova legge). Ora si attende la trascrizione in anagrafe e tutto sarà finito definitivamente.

DIVORZIO FAI-DA-TE: LA GUIDA PER LASCIARSI SENZA GIUDICE: ecco il commento dell'avvocato matrimonialista Sara Severini, autrice su Affari della rubrica Comunione e Separazione

Il decreto legge  nr 132/14  pubblicato venerdi  12 settembre sulla Gazzetta Ufficiale, prevede la semplificazione delle procedure di separazione e divorzio, grazie al ricorso a quella che è stata definita "negoziazione assistita".

In breve la coppia che decide di separarsi o divorziare consensualmente, lo potrà fare senza alcuna necessità di rivolgersi al Tribunale, dato che sarà sufficiente sottoscrivere il relativo accordo, firmato anche da un avvocato, e poi trasmetterlo in copia autentica all'ufficiale delle stato civile del comune dove è stato iscritto il matrimonio, oppure "trascritto" in caso di matrimonio concordatario.

Ci si potrà altresì rivolgere direttamente all'ufficiale di stato civile, senza la mediazione di un legale. L'accordo, recita il testo legislativo,   non  potrà  contenere  patti  di  trasferimento patrimoniale.

Si evidenzia come tale modifica non riguardi i casi in cui nella coppia vi  siano figli minori; oppure anche maggiorenni ma affetti da gravi handicap o non economicamente autosufficienti.

In conclusione, il c.d. "divorzio fai da te", semplifica, velocizza e rende certamente più economica la separazione ed il divorzio, ma solo in caso di accordo consensuale dei coniugi ed in assenza di figli minori o anche  maggiorenni, nei casi indicati.

Nulla cambia  nei casi in cui  manchi l'accordo dei coniugi con conseguente ricorso alla separazione o al divorzio "giudiziale", con inevitabile allungamento dei tempi e aumento dei costi per i coniugi.

In conclusione, quindi, pare eccessivo parlare di rivoluzione nel diritto di famiglia, anche se  certamente  si tratta di  una modifica che, se pur limitata, persegue l'obbiettivo di  semplificare le procedure, ridurre i tempi,  i costi della giustizia civile ed i relativi carichi dei tribunali italiani.

Le condizioni per accedere al divorzio lampo è che non vi siano figli minorenni o maggiorenni non indipendenti: gli ex coniugi hanno un solo figlio maggiorenne autosufficiente. Hanno messo fine al matrimonio in un ufficio in città con i loro avvocati in poche ore, semplicemente con una firma, grazie alle pratiche preparate dai legali.

Dopo la firma (deve farlo per legge entro dieci giorni pena sanzioni pecuniarie) il legale è andato a depositare una copia autenticata dell’accordo presso l’ufficiale di stato civile del Comune. La rapidità del divorzio, poche ore dopo l’entrata in vigore della nuova legge, ha lasciato spiazzati anche gli ufficiali di stato civile.

Fino a quel momento infatti non era stata diramata alcuna circolare sulle procedure da attuare. È così che dal Comune si sono confrontati, con l’altro primo caso di "divorzio lampo" nel Nord Italia arrivato a poche ore dalla legge, quello di una coppia di Pavia.

Con il divorzio lampo i coniugi hanno evitato di "perdere" almeno 3 mesi. Tanto sarebbe servito per la trafila burocratica-giudiziaria per dirsi addio, dopo i 3 anni di separazione (periodo richiesto per legge, tra separazione e divorzio, sul quale non è intervenuta la nuova legge). Ora si attende la trascrizione in anagrafe e tutto sarà finito in un lampo, come quando si dissero «sì».

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