Dopo metrosexual e hipster una nuova tendenza maschile: gli Yum
Dopo i dandy e i metrosexual, si impone una nuova tipologia sociale: gli YUM, Young Urban Men. Si tratta di una nuova popolazione urbana caratterizzata dal benessere e dalla giovane età. Gli Yum sono infatti ventenni/trentenni curati, categoricamente cittadini, ricchi di famiglia che conoscono la crisi solo dai tg (ma tanto non li guardano) e molto ansiosi di mostrare il proprio status sociale.
Così, con un colpo di spugna la figura dell'hipster svanisce insieme alla barba, alla giacchetta stilosa e ai jeans, per lasciare spazio a un completo non convenzionale abbinato a una camicia eccentrica, a un paio di scarpe gialle e a immancabili cappellini e cuffie all'americana. Alcuni di loro amano lo skateboard o le scarpe da basket, ma attenzione, le abbinano sempre a un pantalone con la riga perché tanto, c'è mamma che stira.
Amano comprare vestiti, pelletteria, orologi, gadget tecnologici e cosmetici deluxe. I marchi preferiti dagli Yum? Burberry, Richemont, Luxottica, Hugo Boss o Prada. E se già gli uomini costituiscono il 40% delle vendite di lusso (con una crescita di circa il 9% nel 2014) con l'affermarsi della nuova tipologia umana la percentuale è destinata a salire.
Il filosofo e sociologo Mario Bossi, esperto di nuove tendenze sociali e giovani, analizza in esclusiva per Affaritaliani.it questi "maschi" di nuova generazione.
Dopo metrosexual e hipster gli Yum, che radici hanno?
"Riflettono il preciso momento storico che sta vivendo l'Italia di Renzi: una crisi ancora più culturale che economica in cui, come fa il nostro premier, si sopperisce alla mancanza di contenuti attraverso l'apparenza, mettendo in mostra un carisma e una personalità (sottolineata da vestiti e accessori di lusso) totalmente fittizie e prive di una corrispondenza reale".
Un bel salto rispetto al modello dell'hipster...
"Li separa un abisso. Mentre l'hipster, pur essendo uno stereotipo di moda, si rifaceva al mondo degli anni 70, con i suoi ideali, alla San Francisco della rivoluzione, alla contestazione, gli Yum negano qualsiasi riferimento culturale. Quindi, dal recupero di vecchi valori si passa all'assenza totale di qualsiasi valore, ideale. L'imperativo categorico è comprare per rendere concreto uno status prima di tutto psicologico".
Ci spiega bene questa condizione psicologica a cui ha appena fatto riferimento?
"In tempi di crisi le classi abbienti con i loro più giovani rappresentanti sentono il bisogno di rimarcare la propria importanza, distinguendosi a livello formale ed estetico. Si tratta di un bisogno di imporsi anche psicologicamente sugli altri attraverso beni materiali. Se una volta i cosiddetti 'figli di papà' spesso erano alternativi e si vestivano di stracci (sicuri dall'attico nel quale tornare alla sera), oggi preferiscono rendere riconoscibile la loro condizione di privilegio attraverso beni 'a portata di mano'. Questo è indice di un uomo sempre più debole e insicuro, noncurante della sostanza e dell'importanza dell'intelaiatura sociale".
Ne deriva un quadro preoccupante?
"L'assenza totale di riferimenti artistici e culturali è sempre preoccupante. Come lo è il trionfo dell'individualusmo che si alimenta e si autodermina in assenza di contenuti, idee, impegno sociale. Ne deriva un fattore socialmente molto disgregante che ricorda il vuoto di senso di cui parlava Pasolini nei suoi Scritti Corsari. Gli Hipster, a differenza di questi nuovi modelli, sono accomunati da un forte senso della collettività che viene sancito dall'utilizzo di accessori e stili che diventano quasi icone di appartenenza a un gruppo".
Un modello? Renzi a parte...
"Lapo è il prototipo degli Yum. Ha anticipato i tempi...".
Virginia Perini
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