Il segreto per la felicità? Non facciamo come la colomba di Kant

Di Maria Martello*
In qualche momento tutti siamo come la colomba di Kant, convinta che, in mancanza della resistenza dell'aria, avrebbe potuto volare molto meglio. Di fatto è proprio la resistenza dell'aria che consente la trasformazione in volo del battere delle ali. Analogamente per noi, ci sono eventi che ci fanno pensare che, d'improvviso, la felicità sia perduta.
Appena prima, ieri forse, non ci eravamo neanche accorti di averla. Forse non si tratta nemmeno di averla avuta o no, quanto della percezione che se ne ha, o meglio, che spesso non si ha: nella normalità quotidiana, infatti, quanto siamo consapevoli della qualità della nostra vita, del livello di soddisfazione e di felicità?
Quale valore diamo alle cose, al senso del vivere, al privilegio di amare più che di essere amati? Spesso sono proprio quegli eventi cui si è fatto cenno che ci 'aprono' a queste risposte facendoci diventare sensibili a ciò che realmente conta, per noi, per gli altri, per ogni uomo!
Il battere delle ali si trasforma, così, in volo. La ricerca di senso di quello che accade e il comprenderne il significato dà fiducia nella vita e, quindi, speranza che quello che avviene non accade per caso. Non si è affidati al baratro del nulla e del non senso! Credere in questo riconcilia con la vita. Apre al futuro: di qualità! Per fortuna, perché noi siamo nati per essere felici: la felicità coincide con la vita che risorge dopo ogni dolore. L'essere umano vive per essere felice, e lo è nell'armonia. Armonia con la vita, con quello che la vita mostra, in tutti i suoi aspetti, sapendo apprendere da essa, sperimentando una fiducia non ingenua. Avendo apertura verso l'inatteso, sapendo guardare con meraviglia il mondo, superando la presunzione dell'ovvio. La felicità è apertura al cambiamento ed assunzione di un atteggiamento flessibile di fronte alle cose. Chi è felice sa lasciar essere le cose, sa lasciarsi penetrare dalle cose, senza resistenze preventive, perché la rigidità è propria di chi ha paura, di chi si lascia condizionare dal pregiudizio.
Chi è consapevole della propria felicità sa accogliere le possibilità che la vita offre. Sa ascoltare per essere pronto ad accogliere ogni dono che giunge inatteso. Sa cogliere il senso della propria vita facendo, per così dire, il calibro di questi momenti di felicità inconfrontabili e discontinui, ma disseminati nel continuum della vita. Sono punte di felicità che possiamo riconoscere se siamo davvero in ascolto di quello che accade. La misurazione scientifica della felicità, a lungo ritenuta impossibile in quanto elemento soggettivo riposto su valori e stati d'animo individuali, è divenuta un tema della psicologia sociale, che ha iniziato a studiarla interrogandosi su cosa renda 'buona' e 'di qualità' la vita. I risultati cui sono pervenuti gli studi sulle relazioni fra reddito e felicità nei Paesi occidentali si devono alla convergenza delle indagini delle neuroscienze e dell'analisi economica: così come si riscontra che la felicità non aumenta con l'aumentare del reddito, risulta plausibile affermare che le fonti della felicità destinate a consolidarsi nel tempo siano correlate alla qualità delle relazioni umane.
Ma la felicità non comporta assenza di dolore: solo gli spot pubblicitari mostrano persone davvero soddisfatte perché hanno le ascelle profumate, individui letteralmente in estasi perché, avendo stipulato una polizza assicurativa sulla vita, finalmente possono morire tranquilli. E' un impegno serio l'averla, mai è frutto di fortuna o buona sorte, è per tutti e va ricercata costantemente. Si può: basta sapere come ed imparare . Si deve. Non possiamo aspettare di essere felici per essere felici!
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* Docente di Psicologia dei rapporti interpersonali. Formatrice A.D.R. Mediatrice dei conflitti. Autrice di Sanare i conflitti (Guerini e Associati Editore, Milano, 2010) nonché di Oltre il conflitto; Intelligenza emotiva e mediazione (McGraw-Hill, Milano, 2003); Conflitti, parliamone. Dallo scontro al confronto (Sperling e Kupfer, Milano, 2006); Mediazione dei conflitti e counselling umanistico. Lo spazio della formazione (Giuffrè, Milano, 2006); L'arte del mediatore dei conflitti Protolli senza regole, una formazione possibile (Giuffrè, Milano, 2008); Educare con SENSO senza disSENSO. La risoluzione dei conflitti con l'arte della mediazione (Franco Angeli, Milano, 2009); Mediatore di successo. Cosa fare/Come essere (Giuffrè Editore, Milano, 2011).
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