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Costume
Fitness, palestre, centri sportivi un comparto ‘brutalizzato’ dal Governo

Palestre,centri sportivi, piscine, un settore che è stato ‘brutalizzato’ non dalla pandemia ma dai DCPM del Governo.

Il comparto raccoglie oltre 1 milione di addetti a cui tocca la responsabilità di altrettante famiglie. Un business che, a livello nazionale, tocca i 12 miliardi e che quest’anno vedrà una perdita di quasi il 50%.

Nel centri sportivi ben 20 milioni di italiani, giovani ed anziani, un terzo degli abitanti del paese, vengono quotidianamente educati ad un corretto stile di vita utile a prevenire molti problematiche di salute. Problematiche che si chiamano diabete, malattie cardiocircolatorie, respiratorie che causano ogni anno 350 mila morti.

Insomma un settore educato, preparato, controllato ma da un anno tartassato dai provvedimenti di un Governo che si è dimostrato molto flessibile con molti settori, ma inflessibile con quelli che, magari, ‘politicamente’ hanno un peso specifico minore rispetto ad altri.

Di questo ed altro ne abbiamo parlato con Antonio Tarenzi titolare di due centri Fit Easy a Jerago con Orago a Varese e a Olgiate Comasco nel cuore del nord lombardo a due passi dall’aeroporto internazionale di Malpensa.

Perchè il settore, secondo Lei, è stato così massacrato? Ci sono stati molti casi di positività?

Pur considerando le difficoltà del momento il Governo, a parole, ha promesso di aiutarci mentre nei fatti ci ha colpiti con grande durezza. Le perdite per i centri sportivi, le palestre e le piscine sono state gravissime e di fatto hanno cancellato molte realtà destinandole al fallimento. Eppure i riscontri medici hanno dimostrato livelli di positività nei centri bassissimi, 1 su mille tra gli iscritti, e con contagi avvenuti fuori dai centri e mai nati all’interno.

Che cosa ha fatto la vostra associazione di categoria, l’Anif, per farsi sentire dal Ministro dello Sport?

La nostra associazione ha presentato ben 40 proposte di sussidi,  dalla cassa integrazione, ai compensi per i collaboratori, dalla riduzione degli affitti, ai recuperi da credito d’imposta, alla dilazione dei pagamenti, ai finanziamenti per opere e materiali di sanificazione, ai finanziamenti a tasso agevolato con garanzia dello Stato, fino ai fondi perduti.

E questi sforzi sono serviti?

Purtroppo sono serviti veramente a poco ed anzi in alcuni casi è sembrato quasi volessero prenderci in giro. I ristori, quelli arrivati, hanno avuto una dimensione tale da essere inutile a coprire nemmeno il 4% di quanto perso nei mesi di chiusura e della contemporanea perdita di iscritti. Gli aiuti avrebbero dovuto essere almeno pari al 50% delle perdite.

E adesso cosa chiedete al Governo?

Siamo imprenditori e sportivi e uniamo le capacità imprenditoriali alla tenacia e alla capacità di soffrire propria degli sportivi. Adesso però la misura è colma e chiediamo di poter riaprire a gennaio e senza indugi, ma con la certezza di poter rimanere aperti grazie a regole chiare e condivise.

E perchè il Governo dovrebbe ascoltarvi?

Per diversi motivi : i nostri centri applicano al 100% i protocolli Covid, gli sportivi sono probabilmente la categoria più attenta alla salute, nei centri è stata registrata una diffusione del virus quasi nulla (i pochissimi positivi, uno su mille, lo avevano portato da fuori), lo sport fatto con regolarità aumenta le difese organiche ed infine le relazioni sociali create nei centri sportivi hanno lo stesso valore propedeutico delle relazioni mantenute nelle scuole e nelle università. Un valore inestimabile.

Cosa vuole dire ai suoi iscritti?

Siamo pronti a ripartire con grande forza, con grande gioia e con grande sicurezza e siamo convinti che insieme a voi saremo in grado di buttarci alle spalle  il 2020, questo anno orribile.

Insieme ce la faremo.

 

 

 

 

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    fitnesspalestrecentri sprtiviigovernocoronavirus





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