Costume

Il maniacale "capra, capra, capra" di Vittorio Sgarbi diventa un marchio

Eduardo Cagnazzi

Polo e anche tazzine da caffè, un'idea di Sabrina Colle e Nino Ippolito resa concreta dall'esperta di comunicazione Beatrice Gigli in collaborazione con Ydeo.

Il «capra, capra, capra» di Vittorio Sgarbi diventa un marchio. Lo storico ferrarese, saggista e critico d’arte: «Da oggi sono in vendita!». Polo, agende, tazze da caffè, cuscini. E in preparazione camicie, occhiali, sciarpe. Una parte del ricavato delle vendite sarà destinato al finanziamento di borse di studio rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori.

Dopo il successo del «Diario della Capra», edito da Baldini+Castoldi con i disegni di Staino, l’agenda trendy che studenti ed uomini di cultura e manager dovrebbero possedere, il maniacale “capra capra capra” lanciato da Vittorio Sgarbi contro la “vittima” di turno, diventa adesso anche un marchio per una serie di prodotti identificativi del “mondo sgarbiano”: si va dalle tradizionali magliette di cotone (Sgarbi ha avvertito: «detesto la parola “t-shirt!») alle polo, dalle tazze,  alle sacche per la spesa, dalle agende ai cuscini. Ma in preparazione ci sono sciarpe, mantelle, cappelli, occhiali e numerosi altri accessori.

Nato da un’idea di Sabrina Colle e Nino Ippolito, e coordinato da Beatrice Gigli, il progetto è nato dalla collaborazione con «Ydeo», azienda specializzata nella progettazione e gestione di piattaforme di e-commerce e nella produzione di merchandising.

I prodotti saranno acquistabili online sul sito: https://vittoriosgarbi.joyd.it

Una parte del ricavato sarà destinato al finanziamento di borse di studio rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori, da individuare con apposito bando che sarà pubblicato prossimamente sul sito www.vittoriosgarbi.it

Sull’iniziativa lo storico e critico d’arte commenta: «Da oggi si può dire che Sgarbi si mette in vendita. Mio malgrado, il “capra capra capra” rivolto alle “vittime” delle mie intemerate verbali, è diventato anche un segno distintivo, una sorta di richiamo nel quale si riconoscono le persone libere, anticonformiste, imprevedibili, direi anche ribelli, capaci di sorprendere. Me ne sono reso conto durante le restrizioni della pandemia con una mascherina che riportava proprio una capra: in tanti me la chiedevano, tutti la cercavano. Ovviamente, non venderemo mai mascherine, ma i miei collaboratori mi hanno convinto della bontà di questo progetto che comunque serve a creare quel senso di appartenenza tra i miei sostenitori. Che sono in gran parte giovani: la maggioranza degli utenti che mi segue sui social ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Del resto, il “Diario della Capra”, nato dalla felice intuizione del mio ufficio stampa e concretizzato per volontà di mia sorella Elisabetta, è stato un successo editoriale. E la nuova edizione mi dicono che sta andando letteralmente a ruba».

«Non parlerei di operazione commerciale  -spiega Sabrina Colle, che di Sgarbi è anche la compagna-  piuttosto di una sorta di divertimento visto che molti sostenitori di Vittorio alle fine di uno spettacolo, di una conferenza o anche solo incontrandolo per strada gli portano sempre qualcosa da firmare, fosse solo un tovagliolo del ristorante».

"Sono felice di aver preso parte a questo progetto", afferma Beatrice Gigli. "Di questo devo ringraziare Antonia Postorivo che ha creato il contatto tra me e Sabrina Colle. Antonia è stata fondamentale per la nascita di questo brand".