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Costume
Moda, l’Italia fa scuola. Da Firenze parte il manifesto

La formazione è un tema centrale per la Moda contemporanea e per il sistema Moda Italiano, ma manca una cabina di regia  che osservi e promuova il settore in maniera sistematica.

Di questo, dei diversi temi riguardanti l’Alta Formazione e delle sue potenzialità, si è parlato oggi all’incontro Moda. L’Italia fa scuola, organizzato dal Centro di Firenze per la Moda Italiana-CFMI, al quale sono intervenuti importanti personalità della moda e della formazione di moda internazionali.

 

L’Alta Formazione riflette le caratteristiche distintive e uniche del sistema Moda, svolge un ruolo che sarà sempre più fondamentale per l’identità e la proiezione internazionale del nostro paese, ha grandi potenzialità”, ha spiegato Andrea Cavicchi presidente di CFMI.

Solo  quello della Moda, oggi rappresenta il 10% del mercato globale della Fashion Education per un fatturato di 75 milioni di euro e negli ultimi quattro anni ha registrato una crescita del 9% (Fonte: Deloitte Italia, ottobre 2017).

 

L’appuntamento di Firenze si è aperto con un confronto diretto tra Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana; Sara Kozlowski, Director of Education and Professional Development del Council of Fashion Designers of America-CFDA; e Martyn Roberts, Managing & Creative Director della Graduate Fashion Week-UK. Sono stati affrontati temi come: diversità nell’organizzazione dell’offerta formativa nei rispettivi paesi;  loro legami con il sistema industriale e con quello della comunicazione; opportunità locali e globali che si aprono per gli studenti; sistemi internazionali di ranking e di promozione.

 

Nella seconda parte dei lavori, il focus è stato sull’Italia, partendo dai temi trattati nel libro “White Book. Imparare la moda in Italia” (Marsilio, 2017). La pubblicazione è il risultato del lavoro che la Commissione Formazione, coordinata dal Centro di Firenze per la Moda Italiana, ha svolto all’interno del Tavolo Moda e Accessorio, istituito nel gennaio 2016 presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

Si è parlato delle grandi sfide che la Formazione di Moda deve affrontare oggi nel nostro paese, dei nuovi profili professionali imposti dai cambiamenti strutturali, delle difficoltà burocratiche che penalizzano l’attrattività all’estero del nostro sistema formativo, e delle nuove strategie per la promozione di questo importante settore.

Sono intervenuti: Andrea Cavicchi, Presidente del CFMI;  Maria Luisa Frisa, direttore del corso di laurea in design della moda e arti multimediali dell’Università Iuav di Venezia e curatrice del White Book; Marco Ricchetti, consulente di Blumine srl e autore di uno dei testi del White Book; Laura Lusuardi, MaxMara; Giovanni Battista Vacchi, consulente di Ernst Young.

 

A conclusione, è stato presentato il Manifesto per l’Alta Formazione in Italia - con i punti critici più rilevanti per chi fa Formazione di Moda oggi in Italia – con l’obiettivo di sensibilizzare il futuro Governo del Paese e l’opinione pubblica più attenta, ai temi centrali per il settore. Questo Manifesto sarà anche il punto di partenza per i prossimi eventi sulla formazione organizzati dal CFMI.

Il Manifesto dell’Alta Formazione di Moda in Italia

documento conclusivo dell’incontro MODA. l’Italia fa scuola promosso

dal Centro di Firenze per la Moda Italiana (Firenze 8 maggio 2018).

 

 

La Moda in Italia è un sistema complesso di attività industriali, capacità creative e interessi culturali con caratteristiche uniche e difficilmente riproducibili altrove, ed è strategico per l’identità contemporanea e la proiezione internazionale del nostro paese.

 

La Formazione di Moda in Italia riflette le caratteristiche distintive di questo sistema e svolge al suo interno un ruolo fondamentale.

Il settore rappresenta attualmente il 10% del mercato globale della Fashion Education, vale 75 milioni di euro e negli ultimi quattro anni ha registrato una crescita del 9% (Fonte: Deloitte Italia, ottobre 2017).

Le Scuole e i Corsi Universitari di Moda in Italia, sia di natura pubblica che privata, e in prospettiva la filiera completa della Formazione Moda – di cui fanno parte gli Istituti tecnici e le scuole professionali e specializzate nei diversi settori d’attività artigianale e manifatturiera - devono sapere organizzare, valorizzare e promuovere al meglio questo ruolo che diventerà ancor più decisivo nel prossimo futuro per l’evoluzione della Moda, non solo in Italia.

In particolare, l’investimento del nostro paese nella formazione del settore costituisce un importante fattore di crescita sia per le opportunità di lavoro qualificato dei giovani studenti italiani, sia per la reputazione internazionale del nostro sistema Moda e per il potenziale di attrazione che esercita su giovani studenti in tutto il mondo.

 

Il Centro di Firenze per la Moda Italiana, dopo i due anni di lavoro come coordinatore della Commissione Formazione del Tavolo Moda e Accessorio (costituito nel gennaio 2016 presso il Ministero dello Sviluppo Economico) che gli hanno permesso di stabilire un proficuo rapporto con le principali realtà formative italiane nella moda, e di progettare l’evento odierno, pone insieme a loro all’attenzione del Governo e dell’opinione pubblica una serie di punti: alcuni di carattere generale, altri più legati a problemi che possono auspicabilmente trovare una risposta concreta nel breve-medio termine.

1.    Per l'importanza, la varietà e la complessità dei problemi dell'Alta Formazione di Moda in Italia riteniamo necessaria la costituzione di un organismo permanente di osservazione, consultazione, indirizzo e proposta operativa su tali tematiche, che veda da un lato una rappresentanza dei diversi dicasteri diversamente interessati a queste tematiche  ?  in primo luogo il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e il Ministero dello Sviluppo Economico, ma anche il Ministero degli Affari Esteri  ?  e dall'altro lato una rappresentanza delle Scuole di Moda e dei Corsi Universitari in Italia per dare continuità al lavoro svolto dalla Commissione Formazione del Tavolo Moda.

2.    Sarebbe opportuno destinare, all'interno delle attività generali di promozione internazionale della Moda Italiana svolte finora dal Tavolo Moda del MISE, un budget specifico per un programma di promozione dedicato alla Formazione di Moda. Questo programma dovrebbe almeno prevedere:

a)    la realizzazione di eventi nazionali ed esteri dedicati alla Formazione di Moda, in sinergia con le attività che Ministero e ICE svolgono all'estero: che si parli di Formazione ogni volta che si parla di Moda (un elemento imprescindibile della filiera);
b)    l'organizzazione in Italia di un incontro annuale di confronto e lavoro attorno ai principali temi della Formazione di Moda;
c)    la progettazione di un sistema di valutazione europeo per l'offerta nel campo della Formazione di Moda. Un sistema indipendente, obiettivo e trasparente per metodologie, criteri di selezione e ponderazione; formato da istituzioni pubbliche, fondazioni, giornali e periodici importanti, all'interno del quale possano trovare espressione le specificità dei diversi sistemi moda nazionali; che possa affermarsi nel tempo come un indiscusso e autorevole punto di riferimento internazionale.

3.    Sviluppare e valorizzare la Formazione di Moda nei suoi molteplici indirizzi professionali, favorendo il suo carattere specialistico e le attività di ricerca e di innovazione anche grazie all'accreditamento da parte del MIUR di corsi e di scuole di moda, statali e private, sulla base di linee guida e di norme di accreditamento che garantiscano l'effettiva qualità della loro offerta formativa e del personale docente. Questo considerando la necessità di conferire incarichi a professionisti con riconosciute qualità e competenze.
Attivare Corsi di formazione alla ricerca, Scuole di specializzazione, e Master di rilevanza internazionale e partecipare a progetti di ricerca nazionali e comunitari.

4.    Adoperarsi affinché vengano superate le attuali rigide restrizioni legislative e le difficoltà burocratiche che rendono eccessivamente laboriosa l'accettazione e la permanenza nelle Scuole e nei Corsi Universitari di Moda in Italia di studenti provenienti da paesi extra-europei e la loro temporanea presenza per stages ed esperienze lavorative post-diploma: limitazioni che finiscono per penalizzare l'attrattività all'estero del nostro sistema formativo, inibire la permanenza nel paese dei giovani talenti creativi internazionali e deprimere le potenzialità di sviluppo e partnership internazionali della nostra industria.

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