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Costume
Sicilia, viaggio alla scoperta dei borghi marinari

Di Igor Righetti
(Foto di Grigore Scutari)

Che cosa hanno in comune Mazara del Vallo, Sciacca, Avola, Ribera, Portopalo di Capo Passero e Aci Castello? Il privilegio di essere tutti straordinari borghi marinari della Sicilia ricchi di storia, cultura, tradizioni, enogastronomia d’eccellenza, un mare e un paesaggio in grado di provocare emozioni uniche. Per promuovere questi luoghi incantevoli di recente è nato il distretto turistico “Borghi marinari” (www.borghimarinari.it), fortemente voluto da Salvatore Romeo, direttore del progetto e manager con esperienze internazionali. Il distretto unisce alcuni dei Comuni più suggestivi della Sicilia per offrire un’esperienza personalizzata ai turisti e un supporto organizzativo e promozionale agli operatori del territorio.Il progetto, finanziato dalla Regione Siciliana, ha l’obiettivo di promuovere le eccellenze storiche, architettoniche, artistiche e paesaggistiche dei borghi marinari dell’isola. Il nostro viaggio alla scoperta di alcune delle località da non perdere della Sicilia meridionale comincia da Mazara del Vallo, poco più di 51 mila abitanti in provincia di Trapani. Il grande lavoro del sindaco Nicolò Cristaldi, sensibile all’arte e alla cultura, e della sua giunta  ha dato i suoi frutti: chi aveva visitato la cittadina qualche anno fa adesso non la riconoscerà: è tornata all’antico splendore. Mazara del Vallo viene definita “il balcone del Mediterraneo” e dista meno di 200 chilometri dalle coste della Tunisia. Vale la pena perdersi nelle viuzze del centro storico, un tempo racchiuso dentro le mura normanne, con numerose chiese monumentali, alcune risalenti all’XI secolo. Mazara viene definita la città delle 100 chiese ed è sede di una delle diocesi più antiche della Sicilia.

L’impianto urbanistico è quello tipico islamico delle medine, chiamato  kasbah.  Mazara del Vallo è oggi il secondo porto peschereccio più importante d’Europa, la città più araba d’Italia dove le differenti identità convivono nel rispetto reciproco. L’immigrazione tunisina in Sicilia è cominciata verso la fine degli anni Sessanta e ha trovato sbocco nelle attività legate alle pesca, all’agricoltura e all’artigianato.

La costa si presenta rocciosa nella parte sud-orientale, paradiso per i sub, mentre quella  sud-occidentale è caratterizzata  dalla bianca spiaggia di Tonnarella, lunga circa cinque chilometri. Terra di frontiera fra i Greci e i Fenici, la città è cresciuta e si è articolata lungo il suo porto canale. Importante centro commerciale nel periodo romano, nell’827 d.C., per tre secoli, è stata dominata dagli arabi, fino all’avvento dei Normanni (1072). Nel 1097 il conte Ruggero vi proclamò il primo parlamento siciliano. Imperdibile il museo del Satiro ospitato nella chiesa di Sant’Egidio, edificio sconsacrato costruito tra gli inizi del 1500 e la fine dello stesso secolo. Il satiro danzante è l’emblema della bellezza mediterranea, preziosa statua bronzea databile sul finire del IV secolo a.C. ed attribuibile alla scuola del grande artista Prassitele. Da ammirare anche il frammento bronzeo di zampa di elefante di epoca punico-ellenistica, un calderone bronzeo di epoca medievale e una selezione di anfore da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, romana e medievale. Il museo è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19 (6 euro il biglietto intero). Un ottimo bed and breakfast a due passi dal centro storico è il Satiro danzante (www.casadelsatiro.it).

Da Mazara ci spostiamo a Sciacca, in provincia di Agrigento,  città del mare, del carnevale e della ceramica. Rappresenta il fiore all’occhiello della produzione artistica e artigianale della città. A Sciacca la tradizione del maestri maiolicari risale probabilmente al XIV secolo, ma soltanto 200 anni dopo la città diventa una delle capitali della ceramica artistica nazionale. 

Sciacca ospita una festa che conta oltre cento anni di storia e che attira ogni anno un pubblico di circa 200 mila visitatori: il celebre carnevale. Per dieci giorni, per le strade e per le piazze della città, si svolgono numerose attività e grandiose sfilate in maschera.

Peccato che lo storico stabilimento termale di proprietà della Regione Siciliana sia ancora chiuso a causa di problemi burocratici e sordità dei politici regionali nonostante i grandi sforzi dell’amministrazione comunale guidata da Fabrizio Di Paola per arrivare a una soluzione. Una struttura che permetterebbe la destagionalizzazione del turismo e creerebbe tanto lavoro nel territorio. Tappa obbligatoria per i golosi è la pasticceria San Michele  di Ignazio Giovito con dolci e gelati di primissima qualità.

Proseguiamo verso Ribera, in provincia di Agrigento, conosciuta come la “città delle arance”. Di recente ha ricevuto il riconoscimento di città slow entrando così a far parte del network internazionale delle città del buon vivere. Spiagge da sogno e territori incontaminati incorniciano la località. Da non perdere la Riserva naturale orientata Foce del fiume Platani. Da gustare, invece, il delizioso Arancello. A pochi chilometri si trova Borgo Bonsignore, una frazione di Ribera, esempio ben conservato di nuovi borghi rurali costruiti alla fine degli anni Trenta in Sicilia. Qui si trova il ristorante Gallo d’oro che propone una cucina tipica casereccia di alta qualità.

Appena 50 chilometri sotto il parallelo di Tunisi c’è Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, da sempre zona strategica militare e commerciale. La sua flotta peschereccia è tra le più importanti della Sicilia. Il paese è bagnato da due mari: lo Ionio e il Mediterraneo. Nel piccolo porto sono ancora presenti le colorate casette dei pescatori che si riflettono sul mare dai riflessi color smeraldo. Davanti, a poche decine di metri, si staglia l’isola di Capo Passero (una volta penisola) dove si erge la fortezza spagnola. Sull’isola si trovano i resti di un’antica tonnara: può essere considerata un vero e proprio giardino botanico per la presenza di oltre 250 specie di piante appartenenti alla macchia mediterranea. Qui la palma nana regna sovrana. Dino Oliva, attraverso i suoi documentari e i suoi scritti, comunica le tradizioni e la storia di questa affascinante località.

Avola, invece, in provincia di Siracusa, è racchiusa tra il mar Ionio e i monti Iblei. Di grande suggestione il centro storico a pianta esagonale. È famosa soprattutto per l’omonimo vitigno e la pregiata mandorla a cui dà il nome. Oltre alle meravigliose spiagge e alle eccellenze enograstronomiche, Avola è ricca di storia e di bellezze paesaggistiche come la Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile.  Nella zona Belvedere della città antica si trova uno dei canyon più grandi d’Europa, profondo oltre 500 metri e con un’estensione di 100 metri di larghezza. Nel fondovalle si è formato un sistema di piccole cascate e laghetti accessibili tramite un’antica scala nota come la scala Cruci. Un piccolo gioiello il teatro comunale Giuseppe Garibaldi restaurato di recente che testimonia l’ottimo lavoro svolto dall’amministrazione comunale.

Da non perdere anche il centro della borgata marina di Avola.La marina avolese ebbe il suo maggiore sviluppo urbanistico con la costruzione in pianta stabile della tonnara i cui resti sono ancora visibili. L’impianto comprendeva industrie per la lavorazione del tonno, distillerie di agrumi e un mulino per la lavorazione del frumento. Alla borgata Marina vecchia si può trovare pesce fresco o in barattolo dai fratelli Puglisi.

Pregiati e molto conosciuti sono i prodotti dolciari che ad Avola vengono realizzati con la mandorla Pizzuta. Tra questi i torroni, i muranetti, il latte e il budino di mandorla, i mustazzola di vino cotto e miele (consigliato Alfò cafè). Un ottimo ristorante con pesce freschissimo è La scogliera di Salvo Auricchia.

Sulla costa orientale della Sicilia, a pochi chilometri da Catania,  si trova il comune di Aci Castello. È sede del consorzio che gestisce l’area marina protetta “Isole Ciclopi”, piccolo arcipelago di scogli di mitologica bellezza. Su un promontorio di roccia lavica a picco sul mare blu cobalto si erge il meraviglioso castello (biglietto intero 6 euro) dal quale si gode un panorama mozzafiato che regala grandi emozioni: all’interno si trova un piccolo orto botanico a cielo aperto con piante grasse provenienti da molti Paesi del mondo e un museo civico.

Nel centro storico di Aci Trezza, frazione di Aci Castello, è possibile visitare il piccolo museo “La casa del Nespolo” aperto per far conoscere e rivivere la scenografia de I Malavoglia, il celebre romanzo di Giovanni Verga.

Questa abitazione sembrerebbe, in base alla descrizione del romanzo, quella in cui lo scrittore avrebbe ambientato le vicende della famiglia di Padron ‘Ntoni. Si può rivivere la  tipica abitazione siciliana della metà del XIX secolo, con cortile, un piccolo orto e l’ingresso caratterizzato da un arco in pietra lavica a tutto sesto (www.museocasadelnespolo.info).

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