Nuovi attentati a Bruxelles. Esplosioni in metropolitana e in aeroporto - Affaritaliani.it

Cronache

Erdogan: avevamo espulso un kamikaze. Ma il Belgio lo liberarono

Clamorosa svolta sugli attacchi a Bruxelles


Uno dei sospetti dell'attacco a Bruxelles era stato arrestato in Turchia al confine con la Siria lo scorso anno e poi trasferito in Belgio. Le autorita' belghe, tuttavia, avrebbero ignorato gli avvertimenti di Ankara sul fatto che fosse un militante, liberandolo. Lo ha detto il presidente turco Tayyip Erdogan in una conferenza stampa ad Ankara. "Abbiamo trattenuto uno dei sospetti terroristi che hanno effettuato gli attacchi terroristici a Bruxelles, nel giugno dello scorso anno a Gaziantep e lo abbiamo estradato in Belgio, notificandolo all'ambasciata belga il 14 luglio 2015. Nonostante i nostri avvertimenti sul fatto che questo uomo avesse legami con terroristi stranieri - ha detto Erdogan -, il Belgio non e' riuscito a trovare una tale connessione. E lo hanno lasciato andare".

L'aeroporto di Bruxelles e la metropolitana sono stati colpiti dai terroristi martedì. Secondo la procura, sono quattro i terroristi coinvolti negli attentati: tre sono morti da kamikaze, il quarto - l'uomo con il cappello e la giacca bianca nella foto diffusa dalla polizia - è in fuga. Una quinta persona, arrestata ieri a Scharbeek, è sotto interrogatorio.

Dei tre kamikaze, solo due sono stati identificati: i fratelli El Bakraoui, Ibrahim che si è fatto esplodere all'aeroporto Zaventem e Khalid che invece si è ucciso nella metropolitana. Né il secondo kamikaze dell'aeroporto, né l'uomo in fuga sono stati identificati. Lo ha confermato il procuratore federale del Belgio, Frederic Van Leeuw, durante l'incontro con la stampa.

Khalid El Bakraoui ha attivato la bomba mentre si trovava nel secondo vagone di un treno che proveniva dalla stazione di Schuman (che serve direttamente le sedi della Commissione europea e del Consiglio europeo, nonché di altre grandi istituzioni e media) in direzione della stazione di Arts-Loi. Come anticipato da Repubblica i fratelli El Bakraoui, 27 e 30 anni, pregiudicati per rapina e già ricercati per legami con la rete terroristica coinvolta negli attacchi di Parigi, sarebbero i due terroristi sfuggiti al blitz delle forze speciali nell'appartamento di Forest, quartiere multietnico nell'ovest di Bruxelles.

Van Leeuw ha chiarito alcuni punti dell'attacco attuato in contemporanea nei due centri nevralgici di Bruxelles. Di fatto ha smentito che la terza persona ripresa dalle telecamere dell'aeroporto di Bruxelles sia Najim Laachraoui, l'uomo considerato l'esperto di esplosivi della cellula: "Quella persona è ancora in fuga, è attivamente ricercata e ancora non è stata identificata. Ha lasciato un borsone ed è andato via - ha detto il procuratore -. Il borsone conteneva la carica esplosiva più potente". Abbandonata nella valigia, e molto instabile, è esplosa senza fare vittime, prima dell'intervento degli artificieri: "L'instabilità degli esplosivi ha causato l'esplosione della borsa" subito dopo l'arrivo degli artificieri, ha spiegato il procuratore, ma in questo caso "nessuno è rimasto ferito grazie alla professionalità degli operatori", ha spiegato Van Leeuw.

Il procuratore ha rivelato inoltre che in un cestino della spazzatura è stato trovato il computer di Ibrahim El Bakraoui e all'interno c'era una sorta di 'testamento' audio in cui il kamikaze esprime molti dubbi sulla sua 'missione': "Mi devo sbrigare, non so che fare, non sono più sicuro, sono ricercato ovunque. Sono nel panico". In un altro passaggio, invece, scrive di non voler "ritrovarsi in una cella vicino a Salah Abdeslam". Il computer è stato trovato durante le operazioni condotte a Schaerbeek, nella casa-covo dove ieri sera la polizia ha trovato anche "15 chili di esplosivo, acetone, acqua ossigenata e chiodi". Il procuratore ha infine smentito che nelle perquisizioni nell'aeroporto di Zaventem siano state trovate armi da guerra, notizia che era circolata ieri.

Il bilancio della Procura resta di 31 morti e 270 feriti, e "purtroppo è ancora provvisorio" ha detto Van Leeuw, "i numeri - ha osservato - rischiano di aumentare nelle prossime ore per lo stato molto grave di alcuni dei ricoverati negli ospedali di Bruxelles". Oggi all'aeroporto la polizia ha trovato un altro cadavere, il corpo si trovava sotto le macerie di un muro crollato a causa delle esplosioni. La nuova vittima, se sarà confermata, farà salire a 32 il numero delle persone uccise negli attentati di ieri a Bruxelles. Il bilancio era stato fornito dalla ministra della Salute Maggie De Block.Najim Laachraoui, belga, resta l'uomo più ricercato d'Europa. La notizia del suo arresto è stata smentita dallo stesso quotidiano che l'aveva data, il belga Derniere Heure. Ventiquattro anni, nato proprio ad Anderlecht (FOTO), è considerato l'artificiere del gruppo, e avrebbe allestito anche gli ordini usati negli attentati di Parigi. Era ricercato dal 4 dicembre, fermato - sotto la falsa identità di Soufiane Kayal - ai primi di settembre al confine austro-ungarico in compagnia di Salah Mohamed Abdeslam e Belkaid. L'identificazione risale a due giorni fa: il suo Dna era sulle cinture esplosive utilizzate al Bataclan e allo Stade de France, il 13 novembre scorso.

Secondo le ultime informazioni, che gli inquirenti stanno cercando di verificare, i tre uomini responsabili dell'attentato all'aeroporto sarebbero arrivati allo scalo con tre auto differenti: un taxi classico, una Renault Clio e un'Audi S4 nera. Ma è la testimonianza di un tassista a rivelarsi molto preziosa. L'uomo avrebbe riconosciuto due dei tre attentatori, per averli portati all'aeroporto. Si tratta dei due uomini con una maglia e un guanto nero, ripresi dalle telecamere dello scalo. Il tassista, secondo quanto si è appreso, avrebbe riferito agli inquirenti l'indirizzo in cui ha caricato i due attentatori, affermando di essere rimasto sorpreso dal numero di bagagli che avevano con loro. L'uomo avrebbe anche costretto i due clienti a lasciare alcune valigie a casa.

Una testimonianza che avrebbe dato il via a ispezioni e perquisizioni e avrebbe permesso di ritrovare all'aeroporto una terza bomba inesplosa. Alle rivelazioni del tassista sarebbe anche legata la grande operazione di polizia iniziata ieri e proseguita tutta la notte a Schaerbeek. Al numero 4 di Rue Max Roos a Shaerbeek. Nell'appartamento sono stati rinvenuti 50 chili di esplosivo tatp, lo stesso utlizzato dai terroristi negli attentati del 13 novembre a parigi, 150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata, detonatori, una valigia piena di viti e chiodi oltre a altro materiale destinato alla fabbricazione di congegni esplosivi", ha confermato il procuratore belga.

Il giorno dopo il caos, cominciano le procedure di riconoscimento delle vittime. Potrebbe esserci una vittima italiana - una funzionaria dell'Unione europea - tra i morti degli attentati a Bruxelles. La Farnesina rende noto che le verifiche sono ancora in corso e l'ambasciata italiana in Belgio è in contatto con la famiglia per l'assistenza relativa alle procedure di identificazione. Tra i dispersi c'è sicuramente Patricia Rizzo, ex impiegata presso l'agenzia Efsa della Commissione Ue. Familiari ed amici la stanno cercando in tutti gli ospedali della città, nella speranza di trovarla ancora in vita. Un aiuto per le ricerche è stato chiesto anche con un post su Facebook.

"Il presidente del Consiglio ci ha informato che c'è una verifica in corso su una possibile vittima italiana" degli attacchi a Bruxelles, ha detto Maurizio Lupi all'uscita da Palazzo Chigi. E ha aggiunto che la vittima sarebbe "una donna che era dispersa": "E' in corso la fase di riconoscimento, i familiari sono con il console a Bruxelles. Era una donna che prendeva normalmente la metropolitana e dovrebbe essere tra le vittime della metro ma la violenza dell'esplosione ha reso le vittime irriconoscibili", ha riferito.

Perquisizioni, controlli in strada e abitazioni private, posti di blocco. Per tutta la notte le teste di cuoio, armi in mano, hanno battuto ogni angolo della città per una caccia all'uomo che prosegue anche in queste ore.