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Cronache
Addio alla drag queen Karl du Pigné, la comunità LGBT romana in lutto

Definire La Karl du Pigné una "Drag Queen" è senz'altro corretto, ma del tutto riduttivo. 

Già perché la "zia Karl", al secolo Andrea Berardicurti scomparso nella serata del 4 settembre a 61 anni, in un letto dell'ospedale romano San Giovanni, faceva parte del tessuto stesso della Capitale, e precisamente del quartiere del Pigneto dal quale aveva "rubato" il nome d'arte.

Una pietra angolare della comunità LGBT capitolina e non solo, paladino dei diritti degli omosessuali, organizzatore del primo gay pride unitario assieme agli altri soci del Circolo Mario Mieli nel quale entrò alla fine degli anni Ottanta, animatore di serate sfavillanti e "trasgressive" (per utilizzare una parola abusata), cantante, attore, saltimbanco e tutte le varie sfaccettature possibili della versatilità e del talento puro. Come per un omaggio (forse inconsapevole) all'amata Dalida e al suo Mourir sur scene, Karl/Andrea aveva continuato a lavorare fino all'ultimo malgrado la malattia incalzante, calcando il palcoscenico soltanto un mese fa ai Giardini della Filarmonica nel suo "Recital contro le discriminazioni" in occasione della settimana del teatro LGBT che doveva sempre a lui la sua organizzazione. 

Ma oltre a essere un artista, un trasformista, un "severo ma giusto" selettore all'ingresso delle storiche serate del Muccassassina, Karl/Andrea era una sorta di figura "genitoriale" per tutti quegli omosessuali spaesati e intimiditi che facevano il loro primo ingresso nella comunità LGBT. Una sorta di "fata madrina", ma anche di mentore scrupoloso che non faceva mai mancare il suo sostegno morale a chi ne aveva bisogno.

Per tutti questi motivi, la sua scomparsa getta nello sconforto la comunità LGBT romana che da ieri sera lo piange e lo ricorda con immenso affetto. In queste ore, ininterrotte, si susseguono sui social network le testimonianze accorate di Luxuria, affranta, di Imma Battaglia che con Karl/Andrea aveva combattuto molte battaglie, del direttore del Muccassassina Diego Longobardi, degli esponenti del circolo Mario Mieli, di Aurelio Mancuso che lo elogia e ne ricorda "l'ironia, la velenosità e la favolosità", e di tanti altri amici, protegé e compagni di vita e di battaglia che lo hanno conosciuto e amato in questi anni.

Il commento che forse meglio ne dipinge il ritratto nei suoi veri colori è quello pubblicato da Fabio Di Rosa sul suo profilo facebook: "Sei riuscito nel miracolo di farmi sentire preso per il culo ed amato nello stesso tempo, alle mie prime uscite a Mucca, al Castello. Grazie Andrea. Mi hai fatto sentire nel giusto. Quando tutto congiurava contro. Quando mi si sarebbe voluto nascosto e pieno di vergogna, sei arrivato tu. Ti ho sentito dalla mia parte. E non potevamo sbagliarci. È stato il mio primo Pride. Sei stato il mio primo Pride, ai margini della pista, pieno di vita e di colori. Da quell'altezza. Con quella voce. Ero strabiliato. Divertito ed onorato. Tutto insieme. È stato bellissimo. Non ci saremmo più sbagliati. Mai più".

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