Amanda racconta il carcere italiano. "Un inferno, il secondino voleva fare sesso con me"
Una compagna di cella che le chiese a piu' riprese una relazione omosessuale; il 'verdetto' -poi rivelatosi falso- di avere l'Hiv; le 'avance' sessuali di uno dei secondini: sono alcuni dei particolari descritti in 'Waiting To be Heard', il racconto dei quattro anni in Italia di Amanda Knox, la 25enne di Seattle, oggi studentessa alla Washington University, da sempre al centro dell'omicidio di Meredith Kercher. Harper Collins ha vinto la guerra per i diritti con un'offerta da 2,6 mln di dlr e lo mandera' sugli scaffali tra un paio di settimane. Ma intanto -in attesa del nuovo processo di appello, questa volta dinanzi alla Corte d'Assise di Firenze (e non piu' a Perugia)- il Daily Mail ha pubblicato un'anticipazione dell'autobiografia centrata proprio su quello che viene definito l'"inferno" nella prigione italiana.
Le presunte molestie sessuali da parte di uno dei secondini piu' anziani, oggi in pensione e che peraltro ha sempre smentito ogni accusa, vengono raccontate con dovizia di particolari. "In un biglietto scritto a un amico, Amanda raccontava che 'l'uomo la accompagnava in quasi tutte le visite mediche, due volte al giorno; e di notte mi chiamava fino al terzo piano in un ufficio vuoto per fare 'chiacchiere': era fissato sul tema del sesso: con chi l'avevo fatto, quanto mi fosse piaciuto... se mi sarebbe piaciuto farlo con lui. Ero cosi' sorpresa e scandalizzata dalle sue provocazioni che a volte pensavo che non capissi cosa mi dicesse. Quando capii che voleva parlare di sesso, tentai di cambiare argomento". Amanda vive da tempo in Usa e quando, il mese scorso, la Corte di Cassazione ha deciso di affidare a un nuovo processo il caso, ha ripetuto che le accuse nei suoi confronti sono "completamente ingiuste e infondate".