Cronache
Amianto, il processo per 40 morti rischia la prescrizione
“A Cittadella, in provincia di Padova, quaranta persone, ex dipendenti delle Officine Meccaniche Firema, sono morte per aver lavorato per anni l’amianto a mani nude, senza essere edotti di alcun rischio da parte dei titolari dell’azienda. Da anni, i familiari attendono un risarcimento, ma la scure incombente della prescrizione sta uccidendo la loro speranza che sia fatta giustizia”.
Lo afferma Alessandro Zan, deputato padovano del Partito Democratico e componente della commissione Giustizia. “Ben ventisei fascicoli, già istruiti ma rimasti in un angolo in Procura per anni, rischiano ora di diventare carta straccia: basti pensare che diversi decessi (diciannove dei ventisei fascicoli) si sono verificati nel 2001 e i presunti reati di omicidio colposo risultano già prescritti. Stessa sorte” spiega il parlamentare, “sembra essere riservata ai decessi avvenuti entro il dicembre del 2005. Non possiamo accettare una nuova disfatta come lo è stato per il processo eternit di Casale Monferrato, o, rimanendo in Veneto, per la vicenda delle industrie chimiche di Porto Marghera, che per anni hanno riversato sostanze nocive e inquinanti in laguna provocando gravi danni all’ambiente e decine di casi di tumore tra gli abitanti ma i cui ex dirigenti hanno usufruito della prescrizione. Non possiamo permettere anche in questa occasione” prosegue Zan, “l'annullamento dei processi e, di fatto, dei risarcimenti in favore delle parti civili. Faccio appello al ministro della Giustizia Andrea Orlando affinché intervenga subito sulla vicenda, facendo chiarezza sul perché di un così intollerabile ritardo della giustizia, che rischia di ripercuotersi rovinosamente sulla vita di centinaia di persone. Le complicazioni del sistema della giustizia” conclude “non possono produrre l’annientamento dei diritti per tante famiglie”.
