Apre la porta al suo stupratore. "Colpa sua", niente risarcimento

Clamorosa decisione dell'Avvocatura dello Stato. Sei anni fa una donna aprì la porta al suo stupratore: per questo una donna di 80 anni non avrà diritto al risarcimento. La colpa è anche sua, secondo l’Avvocatura dello Stato, che le ha negato l’assegno. Il suo violentatore avrebbe dovuto risarcirla, così come stabilito dal Tribunale, con 30 mila euro. Ma in quanto nullatenente, non ha mai provveduto a corrisponderle la cifra. Per questo i legali dell’anziana hanno citato in giudizio la Presidenza del consiglio dei ministri, in virtù di una direttiva europea del 2004 che in caso di insolvenza del responsabile impone al Paese di residenza di garantire un indennizzo a chi abbia subito un crimine violento.
L’Avvocatura di Stato, spiega Blitz Quotidiano, si è opposta, sollevando mille eccezioni. Ma fra tutte spicca quel “concorso di colpa” che oltre al danno non risarcito, evidenzia la beffa del caso. Aver aperto la porta e fatto entrare in casa lo sconosciuto che l’ha aggredita, picchiata e violentata, prima di scappare e costringerla a mettere in lavatrice le lenzuola con le tracce dell’odioso crimine, equivale, secondo l’Avvocatura dello Stato, a concorso di colpa. Come a dire: chi è causa del suo male pianga sé stesso.
L’ultima parola spetta ora al giudice di Cagliari, Gabriella Dessì, che nei prossimi mesi dovrà pronunciarsi sul caso. Per l’Avvocatura, però, la donna non ha diritto ad avanzare la richiesta anche per altre ragioni. La direttiva europea, dicono, sarebbe infatti rivolta solo a chi è vittima di reati commessi fuori dai confini nazionali. E il reato di violenza sessuale non è neppure contemplato tra quelli previsti dalla suddetta direttiva, applicabile invece alle vittime di terrorismo, criminalità organizzata, estorsione e usura. Insomma, oltre il drammatico danno, anche un'incredibile beffa.