Usa, babysitter licenziata non se ne va: "Questa è anche casa mia"
L'incubo delle famiglie con babysitter stavolta si è realizzato ad Upland, 50 km da Los Angeles. La padrona di casa non riusciva più a licenziarla. "Le ho detto di andarsene il 6 giugno, ma si è rifiutata, affermando che è nei suoi diritti restare a casa nostra", ha raccontato alla Cnn Marcella Bracamonte, la mamma di tre bimbi che il 6 marzo l'aveva assunta come baby sitter in cambio di vitto e alloggio. "Ha minacciato di denunciarmi, dopo che le avevo spento il condizionatore" e "mi ha scritto una lettera con le sue richieste, tra cui quella che io e la mia famiglia lasciassimo la casa per alcune ore al giorno".
Secondo le leggi della California la 'nanny', che si chiama Dianne Stretton e ha 64 anni, ha diritto a rimanere nell'abitazione. Il proprietario dovrebbe avviare una causa legale per ottenere che se ne vada, hanno detto alla Cnn fonti della polizia locale.
La famiglia non si è arresa e ha scatenato il caso sul web. Marcella Bracamonte ha anche messo un lucchetto al frigorifero e su Facebook ha chiesto a tutti i suoi amici ad andarla a trovare per affollare la casa e "disturbare" la donna. Strategia che forse ha funzionato. Un paio di giorni fa, Dianne Stretton è uscita e non è più tornata. Ma non è detto che abbia rinunciato a far valere i suoi diritti. La sua stanza a casa dei Bracamonte è ancora piena di cose di sua proprietà e potrebbe concretizzare la sua minaccia di fare causa alla famiglia per maltrattamento di anziani e illecito licenziamento. A quanto pare Dianne Stretton ha avviato in California numerose cause legali, spesso anche per futili motivi: un 'vizietto', insomma, che non le sarebbe nuovo.
