Baby squillo, nei diari la contabilità delle prestazioni
Gli sfruttatori delle baby squillo tenevano tutto nei loro diari. Tariffe, entrate, ricavi e percentuali. Una vera e propria squallida contabilità. Come riporta il Corriere della Sera le minorenni erano costrette a farsi filmare e fotografare nude "perché così guadagniamo più soldi". Intanto si allarga la rete dei clienti di Aurora e Azzurra, le due ragazzine romane di 14 e 15 anni che in un appartamento dei Parioli facevano sesso a pagamento con decine di uomini. Sono ormai una cinquantina quelli iscritti nel registro degli indagati, altri potrebbero aggiungersi nelle prossime settimane.
E nuove contestazioni potrebbero scattare. Perché si sta cercando di identificare quegli «utenti» che dietro misteriosi account - Bambolina 302 o Monica bsx - partecipavano agli scambi di immagini. Sono adulti? O forse si tratta di altre minorenni? Alcuni di quei video venivano «postati» sui siti internet in un giro di pedopornografia che ha contorni ancora non delineati visto che ci sono già 2.000 files sequestrati.
I principali aguzzini restano i due "sfruttatori" Mirko Ieni e Nunzio Pizzacalla. Perché erano proprio loro, come contestano il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Cristiana Macchiusi, "a procacciare i clienti, fissare gli incontri" e soprattutto a "mantenere la contabilità delle prestazioni sessuali effettuate dalle minori e i relativi ricavi, impartendo disposizioni in merito alle tariffe da applicare in ordine alle prestazioni sessuali delle quali chiedeva ripetutamente la consegna di una percentuale, nonché al tipo di informazioni che le minori avrebbero dovuto dare ai clienti". Ma anche altri partecipavano a questo orrore. Intanto Mirko Ieni si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati che intendevano interrogarlo. "Non parlo perché tutto quello che dico viene travisato. E perché nei fatti è coinvolta una persona a me cara", avrebbe dichiarato.