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Cronache
Bologna, dopo un tumore resta incinta con ovociti congelati 14 anni fa

Giovanna: ho lottato per avere un bambino, serve coraggio

Adesso è al terzo mese di gravidanza e i due gemellini che porta in grembo hanno fatto subito sentire la loro presenza con forti nausee. Una strada difficile e in salita, quella di avere un bambino dopo il tumore al seno,  ma Giovanna - 41 anni, maestra di una scuola dell'infanzia a Bologna - non ha mai mollato, e la tanto attesa notizia finalmente è arrivata. "Con la stessa forza con la quale ho lottato contro il tumore - racconta all'AGI Giovanna - ho lottato per avere un bambino, perchè non volevo arrendermi a questa cosa. Non mi sarei mai arresa, mai. Non avrei mai potuto accettare che il cancro mi avesse portato via la cosa che volevo, e questo mi dava la forza per andare avanti". 

Ora la sua gravidanza gemellare assistita, seguita dalla struttura di infertilità e procreazione medicalmente assistita dell’IRCCS Policlinico Sant'Orsola di Bologna, si avvia ad entrare nella lettura medica,  grazie all'impianto di ovociti di una donatrice crio-congelati e vitrificati 14 anni fa. È la prima volta al mondo che si documenta la fertilità di ovociti crio-conservati e vitrificati così a lungo."I percorsi non sono facili, e finchè non ci si passa non lo si capisce - spiega Giovanna, ricordando tutte le tappe che hanno portato a questa fecondazione -  Ho voluto divulgare questa cosa per dare anche coraggio e forza a tutte le ragazze che le affrontano:  bisogna avere tanto coraggio e tanta perseveranza, soprattutto".  "Però - racconta ancora  Giovanna, sempre sostenuta nel suo percorso dal marito  - abbiamo tentato tante volte: ho fatto quasi quasi sette cicli di procreazione assistita. E sono cure pesanti: quando si prelevano i propri ovociti, c'è il ricovero in ospedale, ci sono tante cure, tanti ormoni, non è un percoso facile. Ho provato quasi quattro anni a vedere se ci riuscivo: l'ultimo tentativo l'avevo fatto a giugno, e non era andato bene. Quindi avevo deciso di non volere più perdere tempo: di smettere di insistere con i miei e sinceramente, con molta tranquillità, avevo pensato all'ovodonazione. Anche le dottoresse che mi hanno sempre seguito mi hanno detto "basta Giovanna, fermiamoci".  E poi ancora i dubbi: "Il fatto di aver fatto un'ovodonazione, forse non tutti la comprendono - racconta ancora Giovanna - perchè in Italia non è una pratica ancora tanto accettata dalle donne".

Infine, in settembre, l'inserimento di due ovociti, per avere più probabilità di proseguire la gravidanza ma anche con la possibilità di avere dei gemelli:   "All'epoca a me non importava, per me avere dei gemelli sarebbe stata una benedizione, non un dramma. Non ne potevo più, ho seguito i consigli dei medici e ne abbiamo inseriti due. Il caso ha voluto che tutti e due si siano impiantati". "Alla fine - racconta ancora Giovanna, tirando le somme di anni di vita - c'è stata la ricompensa, una ricompensa al fatto di non arrendersi mai: questo per me è importante, fare quello che si vuole, non farsi spaventare dall'ovodonazione perchè comunque è una possibilità. Per chi è rimasta infertile dopo il cancro e per chi lo è senza averlo avuto, la possibilità di avere un bambino. Se la scienza ci può aiutare, perchè no?".

"Il caso poi ha voluto che la dottoressa mi ha selezionata proprio per il percorrso e per questa donazione:  io all'inzio non sapevo che gli ovociti fossero così 'anziani', forse per me è stato meglio così. Alla signora che li ha donati voglio dire che, secondo me, è stata una cosa molto bella, che spero facciano anche altre. Spesso gli ovociti delle banche non vengono donati, vengono conservati e poi distrutti, ma voglio dire che si possono anche donare. In Italia non ci sono molte donazioni: spesso gli ovociti delle eterologhe vengono dall'estero e le liste di attesa sono molto lunghe. Non è stato il mio caso, perchè sono stata fortunata".Oggi, per Giovanna,  si tratta di concludere un lungo percorso."Sono serena, forse non mi sono ancora resa conto, c'è un po' di paura perchè sono due: quando abbiamo visto le immagini io e mio marito siamo stati molto cauti, con i piedi per terra, dopo tutte le delusioni che avevamo avuto, tra cui anche un aborto dopo un ciclo di cure: e quindi piano piano ci abbiamo creduto, anche mio marito ci ha sempre creduto, mi è stato molto vicino, è stato molto paziente, l'ho fatto anche per lui". L'ultimo pensiero alle ragazze come lei che cercano un bambino. "Sono tante le ragazze che vivono questi percorsi, ne ho incontrate tante, tantissime:  è importante dare un pò di speranza perchè in certi momenti la si perde, perchè sono cure lunghe dure e crudeli, a volte non ce la si fa: e quindi c'è bisogno di una buona notizia ogni tanto, sì", conclude Giovanna.  

Incinta grazie ad ovociti congelati 14 anni fa: prima donna al mondo con fertilità conservata così a lungo

Giovanna a 41 anni aspetta 2 gemelli, Sant'Orsola Bologna 'prima volta che si documenta fertilità ovuli congelati con questa tecnica così a lungo'

Giovanna ha 41 anni e una storia di tumore al seno alle spalle. Dentro di lei oggi battono due cuori. E' stato possibile grazie a ovociti criocongelati e vitrificati 14 anni fa che sono stati donati gratuitamente e impiantati con risultato una gravidanza gemellare. Il caso è stato seguito dal Policlinico Sant'Orsola di Bologna che oggi ne racconta i dettagli definendo l'esperienza di Giovanna una storia "di vita, rinascita e solidarietà". Con un valore anche scientifico. Dietro questa gravidanza c'è il lavoro della struttura di Infertilità e procreazione medicalmente assistita dell'Irccs. "Per la prima volta dimostriamo che gli ovociti vitrificati e crioconservati" così a lungo "hanno un elevato potenziale riproduttivo", evidenzia la responsabile della struttura Elonora Porcu.

Il risultato è stato condiviso con la comunità scientifica durante il Convegno Internazionale '35 Years of Oocyte Cryopreservation', alla presenza di esperti provenienti da tutto il mondo. "È un caso particolare che per noi è sinonimo di progresso, successo e speranza - spiega Porcu - Denota il successo della procedura che utilizza azoto liquido a una temperatura di -196 gradi: mantiene" gli ovociti "intatti e fertili al lungo. E significa, più di tutto, che le pazienti oncologiche che stanno affrontando cure difficili e spesso molto lunghe, possono contare su una banca di ovociti forti e tenaci e su un protocollo efficace: quindi hanno speranza di rimanere incinta al termine delle cure, a prescindere dall’età".

L'efficienza prolungata della procedura di vitrificazione, illustrano dall'Irccs, offre inoltre maggiore flessibilità a tutti i programmi di donazione degli ovuli. Le donne che congelano gli ovuli al Policlinico, spiegano gli esperti della struttura, possono scegliere spontaneamente di donare gratuitamente ad altre donne gli ovuli non utilizzati. Grazie a questa scelta solidale e a questi risultati "sarà possibile includere e supportare più donne in questo percorso con alte probabilità di successo e quindi di nuove gravidanze", si legge in una nota.

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