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Cronache
Bologna, uccise la moglie per amore: "Pena più lieve, lei voleva morire"

Bologna, ha ucciso la moglie per amore: "Pena più lieve, lei voleva morire"

Nell'agosto del 2021, Mauro Bergonzoni ha ucciso la moglie con un fucile, perché glielo aveva chiesto lei: era stanca di vivere e voleva porre fine alle sue sofferenze. Così, dopo averle sparato, Bergonzoni ha tentato il suicidio rivolgendosi il fucile da caccia verso di sé e premendo per due volte il grilletto, ma è sopravvissuto. Prima di perdere conoscenza ha implorato il maresciallo dei carabinieri chiamato dai vicini: "Sparami, ti prego". Il maresciallo arrivato sul posto aveva trovato la coppia uno su l’altro, come abbracciati.

La storia di Mauro Bergonzoni, che per amore ha ucciso la moglie, ha trovato giustizia

La storia di Mauro Bergonzoni, pensionato di 78 anni, e della moglie Maria Rosa Elmi, di quattro anni più giovane, ha trovato anche giustizia: il reato è stato derubricato in omicidio del consenziente ed è stato condannato a 8 anni. Perché Mauro Bergonzoni ha compiuto quel gesto? "Mia moglie non voleva più vivere", la confessione immediata.

Quella mattina marito e moglie erano passati a casa della figlia e le avevano lasciato un biglietto per dirle che avevano deciso di farla finita, dopo 40 anni insieme. La depressione si era impadronita della donna: "Me lo chiedeva di continuo di ucciderla, di lasciare questo mondo insieme, io ho sempre provato a dissuaderla. Fino a quel giorno", le parole del marito.

Ieri, 12 ottobre, in Corte d'Assise è stato deciso il destino del marito-omicida, che era a processo per omicidio pluriaggravato. L'istruttoria ha fatto emergere altro tra la commozione di tutti, anche la figlia della coppia che non si è costituita parte civile contro il padre. Il pm Marco Forte si è detto d'accordo con linea della difesa, avvocati Eva Biscotti e Ettorantonio di Lustro, che hanno chiesto di derubricare l’accusa in omicidio del consenziente.


La Procura ha chiesto una condanna a cinque anni con le attenuanti del caso. Dopo una breve camera di consiglio, la Corte ha ritenuto corretta l'interpretazione del pm e difesa accogliendo la modifica dell'imputazione ma ha condannato l'imputato a otto anni di reclusione. "È una storia molto triste, il pm e i giudici hanno capito che si è trattato di un gesto estremo, fatto per amore. Avrebbero voluto restare insieme fino alla fine. Con le dovute differenze è il sentimento che hanno i parenti di chi vorrebbe l'eutanasia per porre fine alle sofferenze", le parole dell'avvocato Biscotti.
 

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