Caporalato pakistano in Italia, "Uccisero un lavoratore ribelle". 11 arresti
Le paghe da 25 euro al giorno spesso venivano interamente trattenute dai datori di lavoro
Caporalato pakistano in Italia, "Uccisero un lavoratore ribelle". 11 arresti
Brutta vicenda di caporalato in Italia, questa volta interamente di origine straniera, sia i datori di lavoro che i braccianti in questione sono tutti provenienti dal Pakistan. I carabinieri di Caltanissetta, infatti, hanno arrestato 11 persone, sono accusate di associazione per delinquere, finalizzata al reclutamento e allo sfruttamento della manodopera. I caporali pakistani destinavano i loro connazionali al lavoro presso titolari di aziende agricole, in condizioni di sfruttamento. Il 3 giugno era stato ucciso un bracciante, Adnan Siddique, che aveva denunciato i caporali.
Tra le violenze emerse le minacce di morte con un coltello puntato alla gola di una vittima sequestrata per tre ore per chiamare il padre in patria allo scopo di farsi mandare 5mila euro per ottenere la sua "liberazione". L'associazione a delinquere I numerosi episodi di violenza, sottolineano gli investigatori, hanno permesso "di acclarare l'esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, finalizzata ad imporre la propria egemonia sul territorio, acquisita dal protratto periodo di operatività e rafforzata dal costante ricorso a condotte minatorie e violente di elevatissimo allarme sociale".
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