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Cronache
Carte Pio XII, la comunità ebraica contro il Vaticano

Comunità ebraica contro il Vaticano. IL rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, si scaglia contro la Santa Sede parlando con Repubblica. "Da parte del Vaticano non ci fu volontà di fermare il treno del 16 ottobre” del 1943, che deportò dalla stazione Tiburtina 1022 (per alcuni storici sono 1024) ebrei prelevati dai tedeschi nel primo rastrellamento romano. L’accusa, pesantissima, è del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, proprio nel giorno in cui la Santa Sede apre gli archivi dedicati al pontificato di Pio XII.

APERTI GLI ARCHIVI DI PIO XII: IL CONTENUTO

"La Santa Sede si e' interessata che simili accaduti non si ripetano e in favore di casi particolari". Il messaggio e' del Presseservice di Washington, la data quella del 20 ottobre. Quattro giorni dopo la razzia degli ebrei del ghetto di Roma: mille deportati, dieci sopravvissuti. Pio XII accanto al resoconto scrive di suo pugno: "E' prudente che Presseservice mandi queste notizie?". Come dire: non si dica che interveniamo, perche' si renderebbe peggiore la situazione. Eccole, le prime carte rivelatrici che emergono dopo l'apertura degli archivi vaticani sul papato di Pio XII. E le pubblica il Vaticano. Sapienza della comunicazione.

Per l'esattezza si tratta dei documenti provenienti dall'Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati: una branca della Segreteria di Stato. Snodo essenziale, dunque, per ricostruire quel frenetico scambio di informative, rapporti, indicazioni e suggerimenti che girarono tra le cancellerie europee e non, e tra queste e la Santa Sede, per buona parte del ventennio in cui la Chiesa fu guidata con piglio decisionista da Papa Pio XII. Ecco, in sintesi, le prime rivelazioni che si possino leggere, in un lungo articolo, sul sito Vatican News. GLI EBREI SALVATI - Nella serie archivistica "Ebrei" sono conservati 170 fascicoli contenenti la storia di circa 4000 nomi. Tra questi c'e' una maggioranza di "richieste per aiuto da parte di cattolici di ascendenza ebraica, ma non mancano nemmeno i nomi di ebrei. Ci si trovano personaggi talvolta inaspettati": si e' rivolto alla Santa Sede il giovane ricercatore di studi umanistici Paul Oskar Kristeller, uomo di fama mondiale per gli studi umanistici, anche se poi nella sua cartella rimane oscurato/sconosciuto l'impegno dato per la sua fuga dall'Europa verso gli Usa. Ma anche Tullio Liebman, considerato il fondatore della "Scuola processualistica di Sao Paulo" e nel dopoguerra professore di fama mondiale alle Universita' degli studi di Pavia, Torino e Milano, "fu aiutato e trovo', grazie all'impegno dei collaboratori stretti di Pio XII, la via di fuga verso Sudamerica". 

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