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Cronache
Caso Segre, l'odio non si combatte con una commissione

Caso Segre, l'odio non si combatte con una commissione

Ha destato grande clamore la decisione del centrodestra di astenersi, ieri, sulla istituzione della Commissione Segre in Senato. Tutti pronti a sparare contro il revanscismo della destra becera e xenofoba. Ma la situazione forse andrebbe analizzata in maniera un po' meno ideologica. La questione, infatti, a sentire il senatore di fdi Fazzolari, uno dei più combattivi nel difendere questa scelta, non riguarda tanto la istituzione della commissione in sé, come troppi vogliono far credere. Nessuno chiaramente nel centrodestra potrebbe mai favorire o tollerare gli insulti beceri e antisemiti, che vengono rovesciati sul web ogni giorno, non solo contro la senatrice a vita, ma anche contro altri rappresentanti politici italiani ( se si fa un discorso in questi termini, bisognerebbe allora istituire anche una commissione ad hoc per limitare gli insulti di ogni genere vomitati tramite i social contro l’ex ministro degli Interni Salvini). Facebook ed altri social (proprio oggi è arrivata la dichiarazione del ceo di twitter di voler limitare in toto tutte le pubblicita’ politiche a livello globale, proprio per evitare degenerazioni di ogni tipo) già hanno una loro policy per limitare offese ed insulti determinati da diversità di razza, genere e che possano avere riferimenti a discriminazioni di ogni tipo.” Chi insulta la Segre non è soltanto un vigliacco, ma anche un idiota. Ma la nostra astensione è dovuta al fatto che questa commissione non è sull’antisemitismo, ma volta alla censura politica. Si vuole creare una commissione con il potere di censurare chi non rispetta i canoni del politicamente corretto” ha affermato Fazzolari dopo il voto al Senato. Effettivamente quello che lascia un po' interdetti non è certo la sostanza della decisione del Senato di creare una commissione contro il cosiddetto “hate speech”. Ma i criteri adottati per dotare di potere valutativo la stessa, Come dice Fdi, effettivamente, non si capisce pienamente la ratio di escludere dalla “censura” per esempio chi fa proselitismo all’integralismo islamico. Il problema di limitare il potere di diffusione di odio tramite i social, grazie all’anonimato, infatti, non può non includere un pericolo come quello dell’integralismo che tante vittime innocenti ha creato in questi anni.

Non è un caso se i fondamentalisti islamici siano diventati espertissimi proprio nella propaganda via web, diffondendo il loro verbo di odio proprio grazie al web e ai social. Si rischia insomma di creare una sorta di decalogo su cosa sia più discriminatorio o cosa invece possa essere considerato lecito, anche se magari offende la morale di qualcuno allo stesso modo. In questo senso, infatti, non può che lasciare piuttosto dubbiosi anche la scelta effettuata da Facebook di cancellare tutti i profili legati a Casa Pound, formazione politica, al di là delle idee che ognuno può nutrire verso le loro istanze, che fino a prova contraria in Italia non è mai stato sottoposta a nessun tipo di limitazione legale, potendo anzi presentarsi come forza politica alle competizioni elettorali locali e nazionali. Stesso discorso avvenuto in Grecia per Alba dorada, formazione politica che è riuscita a fare eleggere propri rappresentanti in parlamento nella passata legislatura. Insomma in questo modo il discorso rischia di diventare scivoloso, come dimostra la proposta del deputato di Italia Viva Marattin di obbligare chi frequenta i social ad una sorta di “schedatura” rafforza l’ipotesi che si voglia più che altro mettere un bavaglio a chi magari ha una idea differente da quello che è il pensiero dominante. La levata di scudi di tutti i grandi giornaloni e della schiera di intellettuali e maitre a penser contro un voto di astensione, comunque in un certo modo motivato, già di per se rappresenta una limitazione del libero pensiero oltre che di voto. Resta da capire poi in che modo detta commissione potrebbe effettivamente influire sulle dinamiche di un ente privato extra nazionale come Facebook per esempio, per indurlo ad sottostare alle regole decise dalla stessa. Ma questo è un altro discorso che meriterebbero ulteriore approfondimento, perchè troppe volte questi colossi del web, che, a causa del lassismo legislativo a livello europeo, sono autorizzati a ritenersi spesso al di sopra delle leggi di una Stato, sia dal punto di vista della policy aziendale e sia sopratutto dal punto di vista della fiscalità.

vcaccioppoli@gmail.com

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