Cassazione, è stupro anche quando lei ci ripensa

Se lei ci ripensa e non vuole più avere un rapporto sessuale ma il partner la obbliga è stupro. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione condannando in via definitiva un ventenne piemontese: "Integra il reato di violenza sessuale la condotta di chi prosegua un rapporto sessuale quando il consenso della vittima, originariamente prestato, venga poi meno a causa di un ripensamento o della non condivisione della modalità di consumazione del rapporto".
Il consenso della vittima agli atti sessuali, dettagliano i giudici della Cassazione "deve perdurare nel corso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità". La pronuncia si riferisce al caso di un giovane della provincia di Novara, condannato a 3 anni e sei mesi per stalking, per aver perseguitato, minacciato e molestato la sua ex ragazza all'epoca minorenne.
Il giovane aveva tra l'altro imposto alla ragazzina pratiche sadomaso. La Terza sezione penale, che ha bocciato i motivi del ricorso, concordando con i giudici di merito, ha sottolineato che la ragazza "pur avendo prestato il proprio consenso ad alcuni rapporti, ha manifestato un esplicito dissenso alla successive pratiche estreme poste in essere dall'imputato. Di conseguenza la responsabilità dell'imputato è stata correttamente ritenuta sussistente".