Coronavirus, aumenta la violenza sulle donne: case-rifugio e App per emergenza
La violenza sulle donne all'epoca della pandemia
La violenza sulle donne in Italia ricomincia ad essere un fenomeno sommerso anche se le dinamiche relazionali domestiche patologiche, a seguito della convivenza forzata, magari in piccole abitazioni, si suppone rappresentino fuoco sulla benzina delle violenze domestiche. È tornata la paura, non si ricorre più all'aiuto delle istituzioni perché oltre a quella di denunciare, per le donne, si aggiunge la paura del contagio. Con ciò si vanificano tutti gli sforzi compiuti, soprattutto negli ultimi anni, dagli organismi di parità', dalla magistratura, dai centri antiviolenza e da tutti gli operatori pubblici e privati del settore, per prevenire e contrastare un fenomeno che in Italia negli ultimi anni aveva raggiunto livelli emergenziali.
Diminuiscono le segnalazioni al numero 1522, servizio pubblico della Presidenze del Consiglio-Dipartimento Pari Opportunità, attivo 24 ore su 24 nonchè l’app “1522”, disponibile su IOS e Android, che consente alle donne di chattare con le operatrici e chiedere aiuto, senza correre il rischio di essere scoperte. Telefono Rosa ci dice” nelle prime due settimane di marzo le telefonate, rispetto a quelle dello stesso periodo dell'anno scorso, sono diminuite del 55,1%: da 1.104 sono passate a 496, di queste le vittime di violenza che hanno chiamato il telefono dedicato sono state 101 con una diminuzione del 47,7% e che sono praticamente crollate le telefonate di vittime di stalking”.
Molte le azioni messe in campo dal Ministero per l’Interno e dal Dipartimento per le pari opportunità per tutelare le donne vittime di violenza domestica, anche in tempo di pandemia. Una campagna informativa per informare che il servizio 1522 continua a rimanere attivo. La ha messo a punto, un app (denominata Youpol) che consente alla donne di entrare in contatto diretto con la polizia di Stato e di ottenere un intervento di protezione immediato. È la prima volta che si ricorre ad uno strumento cosi efficace.
Neppure la strada della denuncia da parte della vittima, pur con la velocità dei recenti termini concessi al magistrato per intervenire, assicura alla vittima un contatto cosi diretto e subitaneo con le forze dell’ordine idoneo a garantire un immediato presidio territoriale di sicurezza. Non si può che esprimere la speranza che questo strumento operi anche dopo l’emergenza coronavirus. Si interviene, inoltre, sull’ ampliamento della disponibilità delle case-rifugio.
Quelle messe a diposizione, nell’ordinario, dai centri antiviolenza non consentono, per le loro dimensioni, l’obbligatorio e necessario distanziamento sociale anti-contagio dal virus. Sul punto la Ministra Lamorgese è intervenuta con una sua circolare, invitando tutte le Prefetture ad individuare e rendere disponibili alloggi idonei a garantire la sicurezza sanitaria necessaria prevedendo all’uopo, se necessario, anche una eventuale requisizione di alberghi.
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