Coronavirus, dottori robot nelle corsie a Rimini e Varese
In diverse strutture problemi per organizzare corsi di formazione per insegnare al personale medico a usare i robot dottori
Coronavirus, dottori robot nelle corsie a Rimini e Varese: "Ma molte strutture non li vogliono e non sono pronte per utilizzarli" spiega Filippo Cavallo professore di Biorobotica dell'università di Firenze
Ci sono ormai più di 2,4 milioni di casi contagi ufficiali da nuovo coronavirus nel mondo (in 212 tra Stati e territori) e più di 165 mila morti. In Italia l'introduzione di robot capaci di diagnosticare la presenza del virus potrebbe aiutare molto nel procedere degli esami e mettere al riparo dai rischi il personale sanitario ma, come spiega l'esperto, in molte strutture è difficile procedere a causa dell'emergenza. Ad adottarli gli ospedali di Varese, Rimini e Bari.
Coronavirus, a Varese, sei robottini in corsia per aiutare medici e infermieri
Sei robottini in corsia per aiutare medici e infermieri impegnati in prima linea nella dura battaglia contro il coronavirus. Accade all'ospedale di Varese, dove i sei robot dal viso simpatico e dalle dimensioni di un bambino, aiuteranno il personale sanitario nell'assistenza a dodici pazienti affetti da Covid-19, un robot ogni due pazienti.
Un’iniziativa simile a quella dell’ospedale di Varese, in Italia, è stata adottata all’ospedale Infermi di Rimini, dove un ‘robottino’ permette di effettuare televisite di pazienti ricoverati e affetti da Covid-19, limitando in maniera sensibile i rischi per il personale medico e infermieristico.
Grazie all’utilizzo di un computer dotato di webcam e microfono, spiega l'articolo su Il Resto del Carlino, e con l’ausilio di un’interfaccia software, il medico, coadiuvato da un altro operatore che apre fisicamente le porte delle camere di degenza, è in grado di guidare il robot attraverso i corridoi fino al letto del paziente, mostrandosi a quest’ultimo attraverso il monitor: attraverso l’utilizzo di un microfono e di due potenti telecamere presenti sul robot, il medico può svolgere a distanza la valutazione visiva del paziente e interloquire per fornire e raccogliere ulteriori informazioni cliniche senza correre il rischio di contagiasi.
Coronavirus, "Molte strutture non vogliono i robot, ora non possono organizzare corsi per insegnare ad usarli" L'esperto di Biorobotica, Filippo Cavallo, dell'università di Firenze.
Le preoccupazioni sorgono invece per i corsi che medici e personale dovranno seguire per imparare a lavorare insieme ai nuovi colleghi, in un'intervista al Fatto Quotidiano, FIlippo Cavallo, professore di Biorobotica all'università di Firenze: "Le macchine ci sono ma molte strutture non le vogliono". Continua l'esperto in un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano: "Medici e personale dovrebbero seguire dei corsi di formazione durante l'emergenza ed è difficile trovare il tempo".
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