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Cronache
Coronavirus. Gli italiani complottisti all’amatriciana
(fonte Lapresse)

Vero è che, in democrazia, le opinioni di tutti devono essere sempre rispettate ma, a volte, noi italiani rasentiamo il ridicolo.

Ma non se a sentire queste opinioni siamo noi, abituati a ben altre ‘soavità’, ma soprattutto quando a leggerci è uno straniero solito leggere prima le notizie e poi commenti sostenuti in piedi almeno da una ‘gamba’.

In Italia qualche complottista all'amatriciana

Già, in questo periodo, ci siamo fatti male abbastanza con una comunicazione sia del Governo che dei media a dir poco ‘isterica’ e con una gestione della crisi semplicemente dilettantesca ( polifonia di voci, discussioni ridicole ad alto livello, misure da tempi di guerra e assalti ai supermercati mai viste nemmeno in Venezuela) e tutto questo corredato da foto perfettamente scelte per creare panico da ‘Apocalypse Day’.

Almeno cerchiamo di non andare oltre.

Possiamo anche accettare la foto del signore per le strade della città con indosso una maschera  da subacqueo a pieno viso con relativo tubo. Va bene, potrebbe far sorridere uno straniero che pensa che qui da noi il Carnevale dura tutto l’anno e quindi varrebbe la pena di visitarci. Salverebbe così una stagione turistica che si presenta  parecchio complicata.

 

Ma leggere qualche opinionista o giornalista che insinua  l’idea che il Coronavirus potrebbe essere stata una macchinazione, un vero e proprio complotto contro la Cina rea di essere una delle due più importanti economie mondiali  pare proprio un po’ eccessivo.

E se in aggiunta si dice che il complotto potrebbe essere stato perpetrato pure verso l’Italia che aveva intrapreso la ‘via della seta’, ecco qui si comincia ad avvertire una certa sensazione di ridicolo.

In Italia qualche complottista all'amatriciana

E tutto questo suffragato dal ‘praticamente nulla’ salvo qualche curiosa affermazione di un potere forte che, quando vede crescere povertà e crisi economiche,  decide che è ora di sterminare la gente.

In nessun giornale europeo e tantomeno americano si è mai nemmeno pensato ad una simile tesi. Forse qualche dubbio si è avuto su quale animale abbia trasmesso il  virus, il pipistrello o il pangolino, ma mai a nessuno è venuta in mente una simile elucubrazione.

Non è importante per farsi leggere giocare a chi la spara più grossa, a volte basta solo un po’ di sana razionalità.

Ma si sa, noi italiani siamo un popolo di poeti, navigatori, artisti e da oggi pure complottisti all’amatriciana.

 

Ed è questo un altro record raggiunto, dopo quello di essere saliti sul podio, al terzo posto dopo Cina e Sud Corea, come untori di un virus, molto simile all’influenza e mortale per il 2% della popolazione.

 

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