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Cronache
Cyberspionaggio, la pista che porta agli Usa. Gli affari su Taranto e F-35

OCCHIONERO, IL CYBERSPIONAGGIO PORTA AGLI USA

Nella mail arrivata all'Enav qualche mese prima dell'entrata in Borsa della società, e contenente il malware 'Eyepyramid', potrebbe nascondersi una delle chiavi dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Giulio e Francesca Maria Occhionero.Gli inquirenti non hanno dubbi sul fatto che i due abbiamo per anni acquisito dati da centinaia di mail e computer attraverso azioni di hackeraggio, e cercano in queste ore di arrivare al movente.Ancora non è chiaro con quali fini i due fratelli agissero: se per fornire informazioni su appalti, o investire in borsa, o per accumulare una serie di notizie sensibili legate alla sfera privata di persone che puntavano a vendere.

CYBERSPIONAGGIO, ENAV - PORTO DI TARANTO: GLI APPALTI NEL MIRINO

Altra tessera utile a ricostruire il mosaico è quella legata all'appalto riguardante un'operazione commerciale per la costruzione di infrastrutture nel porto di Taranto in merito al quale, secondo quanto sostiene il gip nell'ordinanza, la Westland Securities, società riconducibile ai due fratelli, aveva fornito una consulenza al governo statunitense. Proprio il sito della società che gestiva gli appalti in questione sarebbe uno di quelli colpiti dal virus, usato secondo gli inquirenti per infettare i computer e carpirne i dati.

CYBERSPIONAGGIO, INFORMAZIONI ALLA CIA SUGLI F-35?

Tra le ipotesi al vaglio c'è anche quella di un legame diretto tra l'attività degli hacker e la Cia. Alcune fonti dall'intelligence Usa sostengono, riporta il Giornale, che Occhionero fosse un collaboratore dell'Agenzia Usa. E avrebbe passato informazioni riservate su dossier economici come i porti e gli F-35.

CYBERSPIONAGGIO, RENZI SAPEVA DELL'INCHIESTA?

"Sulla vicenda dello spionaggio informatico che ha investito anche alte cariche dello Stato qualcosa non torna. Facciamo pubblicamente una domanda alla Procura della Repubblica di Roma, ma il quesito lo indirizziamo anche al vicepresidente del Csm, Legnini", ha dichiarato il senatore Maurizio Gasparri. "Da mesi la Procura di Roma stava verificando queste attivita' di intercettazione illegale ed era consapevole, cosi' si evince da quanto si legge sulla stampa, che anche il Presidente del Consiglio Renzi ed altre alte cariche dello Stato erano oggetto di tentativi di intercettazione. Pur comprendendo la specificita' delle attivita' investigative, non era il caso che le autorita' giudiziarie in qualche modo informassero le alte cariche dello Stato dei rischi che correvano? Perche' la Procura non ha tenuto in conto la sicurezza nazionale e la salvaguardia di figure istituzionali cosi' importanti?" Anche se secondo alcune voci in realtà Renzi era stato informato e proprio per questo aveva cercato di stringere le maglie della sicurezza informatica negli ultimi tempi a Palazzo Chigi.

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