Sentenza escort/ Il gup di Bari: quadro sconcertante della vita privata
"Uno sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all'allora presidente del Consiglio che, al di la' di una formale apparenza di cene eleganti, dissimulava una fiorente attivita' di esercizio della prostituzione". E' quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con rito abbreviato per uno degli imputati del cosiddetto processo escort, l'avvocato Salvatore Castellaneta, condannato a un anno di reclusione, a dicembre dello scorso anno per favoreggiamento della prostituzione ma non per associazione per delinquere.
Nelle 187 pagine delle motivazioni il gup di Bari Ambrogio Marrone ricostruisce le serate, da altri definite eleganti, e riferendosi a Giampaolo Tarantini precisa che questi aveva "costituito una specie di agenzia di servizi, in cui le prestatrici d'opera, dietro pagamento di un corrispettivo in denaro, denominato variamente come busta o regalo, cachet, gettone, forniscono servizi consistenti in prestazioni sessuali, ovvero in partecipazione a serate che possono concludersi con prestazioni sessuali". "Tali utilita' - si legge sempre nelle motivazioni del gup barese - vengono elargite di solito dallo stesso Berlusconi, quasi sempre poco prima che queste vadano via dalle sue dimore, il giorno dopo l'incontro "ravvicinato" a scopo sessuale, avvenuto di notte con le ragazze di turno". Il giudice inoltre precisa che "il materiale probatorio, nel suo contenuto di oscenita' e bassezza evidenzia la situazione di mercimonio del corpo femminile e la considerazione delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo sessuale".
Nelle motivazione della sentenza nei confronti di Castellaneta la sentenza ha ricostruito il contesto delle attivita' che avevano al centro Gianpi Tarantini con quella che il giudice stesso definisce "un'agenzia di reclutamento per prestazioni e servizi di tipo sessuale". Si tratta dello stesso quadro accusatorio che riguarda il processo in corso al Tribunale di Bari con rito ordinario che vede fra gli altri imputati lo stesso fratello dell'ex imprenditore sanitario barese, alcuni suoi collaboratori e alcune ragazze tra cui Sabina Beganovich e altre. Scopo del processo e' dimostrare che tra l'estate del 2008 e il 2009 Tarantini gesti' un traffico di ragazze presso le feste e le residenze dell'ex premier Silvio Berlusconi allo scopo di conquistarne i favori. Sarebbero state oltre 30 le ragazze portate da Tarantini e dagli altri suoi amici e collaboratori, tra cui il Castellaneta, alle cene e alle feste di Berlusconi. In alcuni stralci delle motivazioni depositate oggi il gup Ambrogio Marrone di Bari scrive "le ragazze erano istruite su cosa avrebbero dovuto fare una volta reclutate e come avrebbero dovuto comportarsi nel corso delle serate alle quali erano chiamate a partecipare. Le ragazze cosi' istruite si incontravano con il Tarantini che si occupava di accompagnarle a Roma o a Milano o in Sardegna, nelle residenze del premier dell'epoca, al quale al quale le presentava come sue amiche o accompagnatrici".