Farmaci: pg Cassazione, su Roche-Novartis indaghi procura Roma
La Cassazione ha deciso: sarà la procura di Roma a portare avanti le indagini sui dirigenti di Novartis e Roche, le due case farmaceutiche multate dall'Antitrust perche' sospettate di aver creato un 'cartello' affinche' solo un prodotto, il Lucentis, molto costoso, venisse utilizzato al posto di uno meno caro, l'Avastin, per la cura della degenerazione maculare. Il sostituto procuratore generale del 'Palazzaccio' Aurelio Galasso ha risolto cosi' il contrasto positivo di competenza sollevato dal procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello nei confronti dei colleghi romani Nello Rossi e Stefano Pesci che gli avevano chiesto la trasmissione degli atti.
Sulla scorta del provvedimento adottato dall'Autorita' garante della concorrenza e del mercato, avevano aperto un'inchiesta ipotizzando una pluralita' di reati a carico di diversi indagati: associazione per delinquere, corruzione, truffa aggravata ai danni di enti pubblici, disastro doloso e aggiotaggio, inteso come rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi sul pubblico mercato. Tuttavia, considerato che in relazione ai reati piu' gravi (i primi quattro) non si puo' determinare la competenza in quanto non e' possibile stabilire in questa fase il luogo della loro consumazione (anche la corruzione e' a carico di ignoti), la procura generale della Cassazione ha ritenuto condivisibile la tesi dei pm della capitale secondo cui "al fine di individuare l'attivita' ingannevole svolta dalle due societa' rilevante ai fini del reato di aggiotaggio, occorre far riferimento all'attivita' svolta presso l'Aifa perche' la finalita' prevalente delle numerose attivita' svolte dalle due case farmaceutiche era proprio quello di condizionare il prezzo dei farmaci nel segmento di mercato dei farmaci rimborsabili, cui era preposta l'Aifa, la quale determina il prezzo dei farmaci mediante la contrattazione con le aziende farmaceutiche".
E', dunque, in sede Aifa, come ha sottolineato il sostituto pg Aurelio Galasso, "che le molteplici attivita' svolte acquistano rilevanza penale, in quanto divengono idonee a condizionare la formazione del prezzo dei farmaci, frutto di contrattazione. Sicche', quand'anche la campagna disinformativa possa aver avuto luogo in posti diversi (come aveva evidenziato la procura di Torino, ndr), tutte le attivita' svolte trovano un punto di coagulo nelle comunicazioni e nelle informazioni fornite all'Aifa, che diviene la sede in cui le informazioni decettive assumono rilevanza penale, potendo configurare il reato di aggiotaggio". Dunque dovra' essere Roma a procedere sulle due multinazionali del farmaco e Torino a trasmetterle tutti i suoi atti. .