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Cronache
Farmaco diabete, condannata Servier per omicidio e truffa: "Oltre 1500 morti"
La pneumologa Irene Franchon che con la sua denuncia ha dato il via al processo

Servier condannata, il caso del farmaco anti-fame killer

Cinquemila persone coinvolte in tutto di cui 2.700 sono parte civile, 376 avvocati e 25 imputati: questi i numeri del processo Mediator aperto ormai due anni fa dinanzi al tribunale penale di Parigi. Il caso del farmaco killer responsabile della morte di 1.500 (ma forse sono 2.100) persone in Francia è uno dei più grossi scandali sanitari della storia recente. Il secondo gruppo farmaceutico francese, il laboratorio Servier, che lo produceva, accusato di truffa, inganno aggravato, ferite e omicidi involontari è stato condannato.

I giudici hanno ascoltato 23 imputati, di cui 11 persone fisiche e 12 morali, per fare luce sul medicinale presentato come adiuvante al trattamento del diabete, salvo poi aver provocato la morte a causa dei suoi effetti tossici sul cuore. Al centro del processo la verità sul Mediator: il laboratorio Servier era accusato di aver nascosto la pericolosità del farmaco.

Commercializzato nel 1976 per 33 anni, è stato sempre presentato alle autorità sanitarie come un farmaco contro l'eccesso di colesterolo e di trigliceridi, oltre ad essere considerato un adiuvante per i pazienti affetti da diabete di tipo 2. "Presentazione falsa a soli fini commerciali", avevano concluso i giudici istruttori, per i quali in realtà era un farmaco soppressore della fame derivato dell'anfetamina, simile a due altri in commercio ma venduti in conoscenza di causa.

È stato confermato che i tre prodotti appartenevano alle stessa famiglia di molecole - l'enfluramina - derivato anfetaminico con effetto anoressizzante che agisce promuovendo il senso di sazietà, di cui i rischi per la salute sono stati documentati sin dagli anni Ottanta dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

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