Fecondazione/ Anonimato e screening, ecco i paletti per l'eterologa
Anonimato dei donatori, rimborsi, screening. Sono alcuni dei punti analizzati dal comitato di esperti convocato dal ministero della Salute sulla fecondazione eterologa. E' ora in corso la redazione di un documento di sintesi da sottoporre al Ministro da parte dei funzionari del Ministero stesso. "Le riunioni del gruppo di lavoro - riferisce Luca Gianaroli, presidente della Sismer - Societa' Italiana Studi di Medicina della Riproduzione - hanno portato all'attenzione del Ministro oltre ad aspetti tecnici del tutto marginali in quanto gia' coperti dalle normative vigenti e dalle Linee Guida delle Societa' Scientifiche italiane ed europee, anche alcuni aspetti fondamentali gia' previsti dalla Sentenza 162/2014 della Corte Costituzionale".
In particolare, è stato ribadita al Ministro e ai suoi consulenti l'importanza dei seguenti punti affinche' le metodiche di donazione di gameti possano essere applicate in modo equo, sicuro ed efficace: - La necessita' di garantire l'anonimato dei donatori e delle donatrici.
- La necessita' di prevedere un equo rimborso per i donatori e le donatrici (come ad esempio gia' avviene per i donatori di midollo osseo), rimborso che non ha nulla a che vedere con la commercializzazione dei gameti stessi.
- La necessita' di stabilire criteri di screening dei donatori e delle donatrici che siano accurati senza essere eccessivi, troppo invasivi, troppo onerosi e senza richiedere in particolare test genetici troppo approfonditi che potrebbero dare adito a derive eugenetiche.
- La possibilita' di far circolare i gameti tra i vari Centri con criteri di sicurezza, come peraltro previsto dalle normative nazionali ed europee vigenti anche per altre tipologie di cellule e tessuti.
- Porre attenzione al fatto che la tendenza a favorire la conoscenza delle origini biologiche da parte degli individui nati da tecniche di fecondazione eterologa potrebbe ulteriormente scoraggiare la diffusione della cultura della donazione che, come mostrano le graduatorie relative ad organi e tessuti, fatica ad affermarsi nel nostro Paese.
Infine, ha precisato il ministero della Salute, "confrontandosi con le esperienze degli altri Paesi europei, sono stati presi anche in considerazione eventuali limiti d'età dei donatori".