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Cronache
Lombardia Film Commission, un tavolo comune per riformare e rilanciare settore

Riformare Lombardia Film Commission, attraverso politiche e iniziative volte a rilanciare l’intero settore. È il messaggio chiave emerso durante la tavola rotonda No signal? Audiovisivo lombardo, una nuova film commission come motore del rilancio, organizzato dal raggruppamento Cinema e Audiovisivo di Cna Lombardia in collaborazione con le principali associazioni della filiera dell’audiovisivo. Un incontro e un confronto decisivi sui temi dell’audiovisivo lombardo, durante il quale sono state analizzate, proposte e individuate politiche, opportunità e strumenti a sostegno e sviluppo di un comparto strategico e fondamentale di tutto il Paese.

Nel comparto Cinema e Audiovisivo in Lombardia operano circa 2mila imprese, che impiegano 20mila addetti, producendo un fatturato di oltre 6 miliardi di euro. Dati che fanno della Lombardia la seconda regione italiana in ordine di importanza in questo settore, subito dopo il Lazio e, dopo il Lazio, il più completo e articolato sistema nel cinema, nella televisione, nella post-produzione, negli altri settori dell’audiovisivo, per arrivare alla qualità della ricerca e della sperimentazione che è capace di esprimere. A livello di consumo di prodotti audiovisivi la nostra è la prima regione d’Italia, e rappresenta, solo per il cinema, intorno al 20% del volume d’affari complessivo a livello nazionale, percentuale che sale considerevolmente se si prendono in considerazione i prodotti di maggiore qualità artistica e culturale.

A tutto ciò fanno da contraltare la totale mancanza di politiche rivolte al settore, alle sue imprese, ai suoi lavoratori. Nel biennio 2018/2019 il numero totale delle produzioni in Lombardia è stato di 396, il 90% delle quali però costituito da spot, videoclip, shooting fotografici, corti prodotti da scuole di cinema ovvero prodotti di per sé importanti per la filiera, ma la cui vocazione è diversa e la cui ricaduta economica sul territorio, anche in termini di utilizzo di professionisti e imprese del territorio, è assai esigua rispetto a quel che potrebbe essere”.

Senza contare il limitato potenziale che questi prodotti hanno nella promozione dell’immagine della nostra Regione, nel creare volano creativo e circolo virtuoso per le imprese. Il numero di lungometraggi e serie tv (rispettivamente il 4,5% e il 2% del totale), spesso non totalmente girati nel territorio, rappresentano un dato molto basso rispetto a tutte le altre regioni italiane specie per la Regione tra le più importanti d’Italia e per il suo capoluogo, Milano, cuore economico e culturale del paese.

“La Lombardia per quantità di imprese, per specificità e differenziazione dei prodotti, per la rilevanza del mercato, per la qualità della ricerca -ha spiegato Franco Bocca Gelsi, presidente Cna Cinema e Audiovisivo Milano e Lombardia (nella foto)- necessita di elaborare una strategia adatta per la nostra realtà. L’esperienza della Film Commission Lombarda al momento non può essere ritenuta soddisfacente in quanto la situazione e l’orientamento regionale in materia di audiovisivo vanno in direzione contraria sia alla Legge nazionale sia a tutte le altre Film Commission. Riteniamo necessaria una sua riforma e un suo maggiore protagonismo a sostegno del settore. Servono politiche ed iniziative che tendano verso obbiettivi significativi, che portino ad un saldo positivo dei sostegni regionali”.

Dall’incontro è emerso come per supportare Lombardia Film Commission sia fondamentale ripartire da un serio investimento sulla produzione, attivare un fondo stabile, rivolto anche a progetti di realtà locale, per metterli nella condizione di dare vita a prodotti culturali e di spettacolo in grado di competere sul mercato nazionale e internazionale.

Le inefficienze riscontrate sono ulteriormente rafforzate dalla mancanza di figure che abbiano competenza ed esperienza nel settore e che lavorino a tempo pieno, capaci di coordinare le attività,  orientare coerentemente le politiche degli assessorati, di pensare forme incentivanti  per attrarre produzioni con la conseguente ricaduta economica sul territorio (il cui rapporto è circa di 1 euro di investimento a 5 euro di ritorno), capaci di intercettare opportunità e bandi europei e sviluppare progetti su tale base

Anche riguardo il settore dell’alta formazione e dell’aggiornamento professionale permanente, la Film Commission potrebbe fare molto, aprendo perciò nuovi mercati e nicchie di sfruttamento, così come la creazione di fondi di investimento creati ad hoc sull’esempio di modelli già esistenti, come le Sofica in Francia, o il FIP in Piemonte, che favoriscano le produzioni del comparto,

Per Cinzia Masotina, vicepresidente di CNA Cinema e Audiovisivo Milano e Lombardia “se ciò che oggi è stato detto venisse recepito armonicamente dalla politica e dalle istituzioni tutte, la Lombardia Filmcommission rischierebbe di arrivare prima! Competenza nei ruoli chiave, obiettivi, trasparenza, relazione con le associazioni e gli operatori, organizzazione, visione strategica, internazionalizzazione e alta formazione per i nuovi mercati. Queste le nostre parole chiave per costruire una storia di successo che la Lombardia si merita di mettere in scena”.

A sua volta, Silvio Maselli, Ceo Fidelio nonché fondatore ed ex direttore Apulia Film Commission ha sostenuto che”una buona film commission non si limita a erogare servizi gratuiti quali location scouting ed elenco troupe alle produzioni audiovisive ospitate sul proprio territorio, ma sarà tanto più influente quanto più riuscirà a erogare risorse ai produttori indipendenti, favorendo la concentrazione sul territorio di competenze e aziende specializzate. In questa accezione, secondo me l'unica possibile, le Film Commission sono formidabili agenti di sviluppo locale perché usano il principio delle arti marziali: sfruttano la forza dirompente della comunicazione multimediale garantita dal cinema e dall'audiovisivo, per attivare la crescita su scala locale. Ecco la ragione del successo di alcune film commission italiane e internazionali. Basta imitarle e migliorarle!”.

Stefania Ippoliti, presidente Toscana Film Commission: “Lombardia Film Commission merita  di essere riprogettata. Per farlo bene occorre una visione, sensata e audace al tempo stesso. Alle divisioni politiche, alla delusione degli operatori e delle imprese, occorre anteporre l’obiettivo da raggiungere. Dunque: progetto, risorse umane (competenti e pensanti) risorse economiche (bene ricorrere ai fondi FSR e ai Por) e rispetto. Il settore audiovisivo non può fare a meno della Lombardia”.

Cristina Priarone, presidente Italian Film Commission: “È importante che Lombardia Film Commission e il settore audiovisivo lombardo siano messi in condizioni ottimali per operare, per crescere e generare risorse, per promuovere al meglio il proprio territorio nel mondo. Le filmcommission sono potenti generatori di sviluppo. È un obiettivo importante per l'Italia, non solo per la Lombardia".

Per l’Associazione registi, è intervenuto Armando Trivellini, sottolineando come le “Film Commission sono uno strumento importantissimo per una Casa di Produzione che si trova a lavorare su un territorio. Noi registi abbiamo avuto poche esperienze in Lombardia negli ultimi tre anni. Nessun bando, nessun fondo erogato, nessuna idea. Così ci spingono a lavorare in altri territori, un'occasione mancata”.

Infine, Michele Usuelli, consigliere regionale Più Europa/Radicali che ha aggiunto: "Questo convegno rappresenta per noi un’ulteriore tappa di un percorso di collaborazione che abbiamo iniziato da mesi con le associazioni del comparto cinematografico. Già l’estate scorsa abbiamo presentato in Consiglio regionale un ordine del giorno per la riforma della Lombardia Film Commission e continueremo a dare battaglia perché anche in Lombardia possa esserci, come in molte altre regioni, una Commission funzionante, che possa rappresentare un effettivo sostegno per un comparto in difficoltà".

 


 

 

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