Garlasco, Andrea Sempio rompe il silenzio in tv: “Non ho ucciso Chiara Poggi”. E su Stasi dice una frase che spiazza - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 09:49

Garlasco, Andrea Sempio rompe il silenzio in tv: “Non ho ucciso Chiara Poggi”. E su Stasi dice una frase che spiazza

Andrea Sempio, indagato per il delitto di Garlasco, parla in tv e nega ogni responsabilità. Ma durante l’intervista a 10 Minuti una riflessione su Alberto Stasi introduce un dubbio che va oltre la difesa personale

Andrea Sempio rompe il silenzio e lo fa in prima serata. Ospite di “10 Minuti” su Rete 4, il programma condotto da Alessandro Sallusti, il 37enne indagato in concorso per l’omicidio di Chiara Poggi ha affrontato per la prima volta in modo diretto accuse, sospetti e intercettazioni.

La frase più netta arriva senza esitazioni: “Non ho ucciso Chiara Poggi”. Ma è subito dopo che il discorso si fa più complesso. Sempio ammette che l’idea che Alberto Stasi possa essere innocente lo costringe a una riflessione personale: “Ti fa dire: e se mi trovassi io in quella condizione?”. Un passaggio che sposta il focus dalla semplice autodifesa a un interrogativo più ampio sul funzionamento della giustizia.

Durante il faccia a faccia, Sempio chiarisce anche una delle frasi più discusse emerse dai suoi scritti: “Ho fatto cose inimmaginabili”. Nessuna ammissione, spiega, ma lo sfogo di una giornata di caos, messo nero su bianco come in un diario personale. “È come fare una seduta dallo psicologo con sé stessi”, dice.

Parla poi del rapporto con Marco Poggi, che definisce ancora un amico, e del clima che vive la sua famiglia, tra pressione mediatica e minacce. Nessun contatto diretto con i genitori di Chiara, nessun tentativo di esporsi pubblicamente con ex compagne o persone della sua vita privata.

Sempio appare controllato, lucido, a tratti freddo. Un atteggiamento che, ammette, viene spesso usato contro di lui: “Dicono che sono troppo tranquillo per essere innocente”. Ma lui ribadisce di non poter fare altro che dire la verità e attendere che il tempo chiarisca tutto.

L’intervista non chiude i dubbi sul caso Garlasco. Al contrario, li riordina e ne apre di nuovi. E soprattutto lascia sospesa una domanda che pesa più di tutte: chi rischia davvero di pagare per un errore irreversibile?